di GIANPIERO TAVERNITI
Una terra, tanti prodotti, forte identità contadina, che si tramanda e si ripete nella quotidianità. Passano gli anni, ma anche un semplice e umile piatto contadino, allo stesso tempo sano e veloce, sembra squarciare i soliti piatti e contorni moderni con prodotti poco controllati e magari di dubbia e lontana provenienza. Come un tempo i nonni, i contadini nelle zone rurali dei nostri lucenti borghi, si cibavano di squisitezze naturali, biologiche, nel vero senso della denominazione “a chilometri zero”, visto che avevano le piante di arancio nei loro appezzamenti e nei loro orticelli di stagione non mancava il finocchio.
L’insalata di arance e finocchio, era un contorno sano, fedele alleato a bruciare tossine, una ricarica di beneficio all’organismo, visto le pregevoli proprietà digestive e depurative del finocchio che andava ad accoppiarsi alla carica di vitamina C delle arance che rafforza il sistema immunitario, contrastando fortemente i radicali liberi. Sottointeso il potere delle arance, lo si può completare l’abbinamento al finocchio, ergendoli in sinergia naturale a forti agenti antiossidanti, prezioso scudo del nostro organismo. Il periodo è giusto, sono entrambi di stagione, la preparazione della stessa porta benessere e salubrità all’organismo , facile da preparare e portarla sul tavolo come contorno, rispolverando un’antica usanza contadina che specialmente nei mesi di dicembre e gennaio, quando con la classica maialatura si preparavano i prodotti collegati al suino, dopo tanto lavoro e dopo tante degustazioni di piatti nelle grandi tavolate familiari ,infine era Lei che metteva tutti in riga , era la classica e identitaria insalata di arance e finocchio che forniva quella doverosa salubrità nel finale e che completava il ciclo di forte legame alla terra, risaltando la ricchezza di trasformare e produrre con naturalezza ottimi prodotti, quel il forte legame al territorio meridionale tramandando usi e costumi che oggi in questo periodo invernale in alcune case ritornano, fornendo ai beneficiari non solo di essere conservatori naturali della propria identità, ma allo stesso tempo di poter dare al loro organismo, botte di salubrità che in questa moderna comunità globalizzata, trovarne “rinfresco” è quasi un miracolo, vista la sfrenata rincorsa solo a produrre economia, trascurando e agendo, nella direzione sempre più vergognosa di attentare alla salute pubblica non solo con l’inquinamento, ma anche con l’inefficacia e l’inefficienza del sistema sanitario nazionale e regionale.
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