"Ci è particolarmente gradito aggiungere anche i nostri auguri al nuovo Rettore dell’UMG, Giovanni Cuda, un catanzarese finalmente! Auguri di cui ha sicuramente bisogno, visto che eredita un Ateneo che specie negli ultimi tempi, ma anche in passato, è stato al centro di malcontenti e polemiche praticamente quasi quotidiane". E' quanto scrive in una nota Claudio Pileggi dell'Associazione Cara Catanzaro Odv.
"Un Ateneo che da quanto è stata effettuata la scellerata scelta di trasferirlo nel “nulla” di Germaneto, - prosegue - ha perso quel senso di appartenenza alla città e alla comunità che invece in altre situazioni ha fatto la fortuna di interi territori. Un Ateneo quindi, “slegato” dal contesto territoriale, tanto che in molti, tra i docenti e operatori che ci operano, hanno ironicamente modificato l’acronimo UMG da “Università Magna Grecia” in “Università Martedì-Giovedì”, nel senso che arrivano dalle rispettive sedi il martedì e “scappano via” il giovedì. Una ironia che sicuramente fa male, fa tanto male. A Giovanni Cuda quindi, l’arduo compito di recuperare soprattutto l’immagine della nostra Università, immagine scalfita anche dallo strapotere dell’Unical, pronta ad accaparrarsi di tutto e di più, grazie all’attivismo di un Rettore, Nicola Leone, che anche facendo leva sulla debolezza dei suoi colleghi e sulla benevolenza, chiamiamola così, della politica, sta battendo ogni record di nuove iscrizioni e di nuovi corsi".
"Ma sarebbe un errore guardare con invidia agli altri. Occorre guardare in casa propria, occorre rialzare da subito la testa e farlo con autorità e tenacia.
Per ottenere questo, però, - evidenzia - non si può prescindere dal recuperare proprio quel rapporto con la città di cui dicevamo all’inizio. E sapere che finalmente il Rettore sia un catanzarese, ed è la prima volta, ci offre speranze in tal senso. A Giovanni Cuda vogliamo ricordare quindi un nostro vecchio sogno: rimediare ai gravi errori del passato e riportare il Campus in città. Come? Occorre partire dalla grande opportunità dell’ormai avvenuta integrazione tra Ospedale Pugliese e Policlinico Universitario e sulla paventata possibilità di costruire proprio a Germaneto il nuovo Ospedale".
"Cerchiamo di riassumere quindi il tutto - si legge - premettendo che ci sono in effetti diversi aspetti da considerare: l’opportunità che il rapporto Policlinico-Ospedale diventi anche fisicamente agevole; la necessità che la parte centro nord della città non soffra ulteriormente per l'eventualità di un trasferimento dell'Ospedale; la necessità che il costruendo “Pendolo”, la tanto attesa metropolitana di superficie che dovrebbe collegare su rotaia il polo di Germaneto col resto della città, sia realmente sostenibile in termini di utilizzo degli utenti, rendendo qualsiasi tratta della stessa frequentata regolarmente dai viaggiatori, scongiurando così il rischio che i costi di gestione la rendino ben presto insostenibile. Per il nuovo Ospedale ci sarebbero già disponibili ben oltre 160 milioni di euro, un’occasione da cogliere per ripensare l’intera città, dopo i tanti errori del passato che hanno causato la triste situazione attuale. E allora, visto che, come sottolineato, si pone il problema di pensare una soluzione che non incida ulteriormente sullo spopolamento della parte centro/nord della città e nel contempo consenta alla sanità regionale di effettuare concretamente quel salto di qualità che farebbe del nuovo polo sanitario “Renato Dulbecco” un prestigioso centro di riferimento regionale e visto che si è anche parlato, negli ultimi anni, di riportare alcune facoltà, attualmente allocate presso il Campus di Germaneto, in centro, specie Giurisprudenza, una necessità in effetti concreta per favorire il ripopolamento proprio della parte della città che maggiormente sta soffrendo del progressivo decentramento degli uffici regionali e delle facoltà universitarie, ribadiamo la nostra proposta, che potrebbe in effetti risolvere tutte le suddette problematiche".
"Si potrebbe in effetti pensare a trasferire l’ospedale Pugliese a Germaneto, - spiega Pileggi - evitando però di costruirlo di sana pianta, ma allocarlo invece nell’attuale struttura del Campus, naturalmente con i dovuti adeguamenti e ampliamenti. Adeguamenti che dovrebbero di conseguenza essere apportati al Pugliese per destinarlo a sede di tutte le restanti facoltà (tranne medicina), quindi non solo giurisprudenza. Trasferire di sana pianta, in sostanza, il Campus, escluso naturalmente Medicina e Farmacia".
"Quali, in sintesi, i benefici di questa proposta? 1) Creazione di un modernissimo polo sanitario a Germaneto, con Policlinico e Ospedale Regionale. Questo senza consumare altro suolo e costruire ulteriori mostri di cemento ma utilizzando (con i dovuti adeguamenti e ampliamenti) la struttura del Campus. Un polo sanitario facilmente raggiungibile, anche su rotaia, dall’intera regione, della quale diventerebbe indiscusso punto di riferimento; 2) conseguente trasferimento del Campus al posto dell'attuale ospedale. Qui esistono spazi enormi, ben più grandi e ampi di quelli del Campus attuale, facilmente adeguabili per pensare anche a nuovi corsi di laurea, ampliando l’offerta formativa dell’UMG, e ottenendo la creazione quindi di un polo umanistico/giuridico di alto livello che integrato tra l'altro col Parco della Biodiversità, consentirebbe di ottenere un Campus stile inglese (basti immaginare il parco, già collegato al campus, popolato dagli studenti) e ricordiamo che proprio sotto il Parco transita la linea delle Ferrovie della Calabria, quindi si potrebbe pensare a un breve prolungamento del “Pendolo” per crearvi una stazione al servizio proprio del Campus. Una parte del Pugliese potrebbe anche ospitare una casa dello studente per gli utenti delle facoltà ivi allocate, mentre le residenze attualmente presenti a Germaneto sarebbero destinate agli studenti di Medicina e Farmacia o come foresteria per medici e dipendenti. Una piccola casa della salute, con pronto soccorso, potrebbe essere mantenuta nell'attuale blocco del poliambulatorio del Pugliese al servizio degli utenti del centro, o anche nella struttura del Ciaccio; 3) aspetto importantissimo, si eviterebbe di consumare ulteriore suolo ed erigere un altro mostro di cemento, convertendo e adeguando invece l’esistente, sia a Germaneto che al Pugliese. Una direzione, quella di evitare il consumo di suolo, che risponde alle esigenze ormai improcrastinabili a tutela dell’ambiente e del clima. Catanzaro rappresenterebbe un esempio virtuoso in tal senso; 4) si risparmierebbero non pochi fondi, visto che i 160 milioni di euro destinati al nuovo Ospedale sembrano più che sufficienti per l’intera operazione", spiega ancora Pileggi.
"Tutta la città e tutta la regione gioverebbero di una soluzione del genere. L’area di Germaneto, come detto, sarebbe agevolmente raggiungibile sia su rotaia che in auto da tutta la regione, e il Pendolo sarebbe utilizzatissimo da/verso gli ospedali, sia dal quartiere Lido che da quello centro/nord. Policlinico e Ospedale avrebbero la possibilità di interagire con maggiore facilità, essendo situati a poche decine di metri e non a 15 km come oggi. E proprio gli studenti e i docenti sarebbero i maggiori beneficiari di questa soluzione, visto che avrebbero a disposizione un Campus, comprensivo di alloggi, ben più grande e comodo di quello attuale e in piena città, e inserito in uno dei più bei parchi esistenti in Italia. Sarebbe davvero un Campus che non avrebbe nulla da invidiare, almeno strutturalmente, ai più prestigiosi al mondo.
Nessun quartiere della città verrebbe penalizzato. Lido e Germaneto continuerebbero a ospitare gli studenti di Medicina e Farmacia, ma non solo, anche tutti i dipendenti fuori sede del Pugliese e del Policlinico. La zona centro/nord, attualmente la più sofferente e che necessita di urgente intervento di ripopolamento e ringiovanimento, ospiterebbe il Campus con tutti i benefici conseguenti. Un Campus che diventerebbe un vero fiore all’occhiello, specie se si consideri, ribadiamo, la sua naturale integrazione con il meraviglioso Parco della Biodiversità. Affidiamo quindi al nuovo Rettore questo nostro progetto, - conclude - già proposto ed apprezzato da tanti, e ci dichiariamo disponibili ad incontrarlo. Che si possa iniziare a interloquire con Regione e Comune non pensando che si tratta di un progetto utopistico, anche se potrebbe sembrare tale. Del resto, ricordiamo che “solo chi è capace di incarnare l’utopia sarà pronto per cambiare il mondo”. E i grandi uomini sono diventati tali proprio per essere riusciti a trasformare le proprie utopie in realtà".
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