di IACOPO PARISI
La cultura come strumento di crescita sociale e civile, un diritto universale che deve essere accessibile a tutti. Questo è stato il tema centrale della presentazione del libro Cultura è cittadinanza. Esperienze, pratiche e futuri possibili di Ledo Prato e Paolo di Paolo, edito da Donzelli. L'incontro, ospitato alla Biblioteca Comunale "De Nobili" di Catanzaro, ha visto la partecipazione di esponenti istituzionali e del Terzo Settore, in un dibattito ricco di spunti sul ruolo della cultura nella società contemporanea.
L'evento, moderato dal giornalista Marcello Barillà, si è aperto con i saluti istituzionali del sindaco Nicola Fiorita, il quale ha sottolineato l'importanza di investire nella cultura come leva di sviluppo per la città. Fiorita ha evidenziato la collaborazione con la Fondazione con il Sud e ha ribadito come la nuova Agenda Urbana sia improntata su una visione differente rispetto al passato, con un investimento significativo nel settore culturale, destinando parte dei 14 milioni di euro disponibili a tale ambito.
Nel corso della presentazione, Ledo Prato ha raccontato la genesi del libro, nato da anni di sollecitazioni e discussioni con colleghi e amici. Ha riflettuto su come, negli anni, il concetto di cultura sia stato spesso evocato senza essere realmente rispettato e valorizzato. "Il diritto alla cultura è stato iscritto nella Carta dei Diritti Universali, ma spesso è stato considerato un privilegio per pochi anziché un diritto di tutti", ha affermato Prato. Ha poi sottolineato come i bassi consumi culturali in Italia siano spesso attribuiti alla mancanza di interesse da parte dei giovani, mentre in realtà il problema risiede nelle condizioni socio-economiche che limitano l'accesso alla cultura. Tuttavia, Prato ha anche evidenziato come non sia solo una questione economica, ma che la sua generazione abbia mancato di favorire un reale approccio alla cultura per le nuove generazioni, non creando le giuste opportunità e strumenti di coinvolgimento.
L'Assessora alla Cultura Donatella Monteverdi ha sottolineato come in Italia la parola "cultura" sia stata spesso usata in maniera supponente e distante dai reali bisogni delle persone. "La prima domanda che dobbiamo porci è: cosa significa per noi cultura?", ha detto l'Assessora, evidenziando la necessità di strumenti nuovi per rendere la cultura accessibile e coinvolgente, soprattutto per i giovani.
Monteverdi ha anche riportato un problema diffuso nei musei italiani: "Se capita anche a me stessa di annoiarmi nei musei, come possiamo pretendere che i giovani non si annoino? Serve un ripensamento dei mezzi attraverso cui veicoliamo la cultura". Ha poi citato Giambattista Vico e il concetto di "senso comune", sottolineando come oggi sia necessario ricostruire le occasioni di incontro e confronto culturale.
Prato ha ripreso il concetto, ribadendo che la cultura non deve essere elitaria: "Ancora oggi si pensa che servano competenze specialistiche per apprezzare Caravaggio, ma la bellezza e l'arte appartengono a tutti". Ha poi criticato la tendenza di chi opera nel mondo della cultura a cercare il riconoscimento esclusivamente tra i propri pari, anziché rivolgersi a un pubblico più ampio e inclusivo.
Rosario Bressi, portavoce del Forum del Terzo Settore Catanzaro/Soverato, ha evidenziato come la cultura senza inclusione non possa definirsi tale. Ha parlato della necessità di una coprogettazione tra istituzioni e realtà del Terzo Settore per evitare che queste ultime siano coinvolte solo nella fase finale della programmazione. Ha inoltre proposto la creazione di una "biblioteca dello sport", un'iniziativa per avvicinare i giovani alla cultura attraverso le loro passioni.
Don Giacomo Panizza, un'istituzione se si parla del sociale, ha portato la sua testimonianza sul ruolo del Terzo Settore nel promuovere il cambiamento sociale, criticando l'assenza di un reale supporto istituzionale alle iniziative culturali e sociali. Ha sottolineato come la politica debba essere anche cultura e ha ricordato un episodio significativo: anni fa, un gruppo di persone in sedia a rotelle raccolse firme davanti alla Regione Calabria e venne scambiato per un gruppo di mendicanti. "Non stavamo chiedendo elemosina, stavamo chiedendo una legge", ha dichiarato, a dimostrazione di come il riconoscimento dei diritti sia un processo culturale e politico inscindibile.
In chiusura, Prato ha ribadito la necessità di lavorare affinché la cultura diventi un bene realmente condiviso. "Il dovere della mia generazione è dimostrare ai giovani che si può fare: dobbiamo costruire speranza, giorno dopo giorno". Ha poi raccontato un aneddoto significativo: un garagista, dopo essere stato sollecitato dallo stesso Prato a visitare la Reggia di Caserta prima, e quella di Venaria Reale in seguito, decise con la moglie di esplorare ogni domenica un nuovo luogo culturale della loro città. "La cultura non è riservata a pochi, ma può diventare parte della vita di chiunque, se solo gli si offre l'opportunità di scoprirla", ha concluso l'autore.
L'evento si è rivelato un'importante occasione di dibattito e confronto, lasciando aperte molte questioni sulle quali la città di Catanzaro e le sue istituzioni dovranno continuare a lavorare.
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