'Cuore Matto' e non solo. Le altre spine del Sant'Anna: 'debito di sangue' e causa con l'Asp

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Sant'Anna hospital di Catanzaro
  03 ottobre 2020 21:03

di GABRIELE RUBINO

La burrasca dell'inchiesta 'Cuore Matto' che ha colpito il Sant'Anna Hospital di Catanzaro è soltanto una delle perturbazioni che si stanno abbattendo sulla principale casa di cura calabrese. La 'scoperta' della Guardia di Finanza della non operatività del reparto dell'Utic, nonostante l'accreditamento regionale, nonostante l'obbligo di 'controlli' dell'Asp e nonostante gli incassi ottenuti, si sommano ad altre spine. Non ci sono soltanto i 10,5 milioni per cui è stato disposto il sequestro: 5,2 milioni per i ricoveri ordinari in 'eccedenza' grazie all'uso dei posti Utic non attivati, 3,3 milioni per le funzioni non tariffabili dell'anno 2016 dell'Alta Specialità e 2 milioni per la redistribuzione del finanziamento nel contrasto della mobilità passiva (LEGGI QUI I DETTAGLI). I fronti sono anche altri.    

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IL DEBITO 'DI SANGUE' CON IL PUGLIESE DA 4,8 MILIONI DI EURO- Nel pieno dell'estate, a metà agosto, era esploso il bubbone su un credito che per anni l'ospedale Pugliese non aveva riscosso dalla clinica per la vendita del sangue e degli emocomponenti da parte del Servizio Immunotrasfusionale. L'azienda ospedaliera ha indossato l'elmetto considerando 'nulli' successivi accordi transattivi "sfavorevoli" ed ha rispolverato una vecchia sentenza del 2012 in forza della quale far valere un bollente decreto ingiuntivo. C'è da scommettere che ne nascerà una dura battaglia legale, ma comunque è un'altra partita pesante che vale, secondo gli ultimi calcoli degli uffici del 'Pugliese', all'incirca 4,8 milioni di euro (LEGGI QUI I DETTAGLI)

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LA 'DUPLICAZIONE DI PAGAMENTO'  E I QUASI 17 MILIONI IN BALLO IN ATTESA DELLA CASSAZIONE- Un altro fronte legale sostanzioso la casa di cura catanzarese ce l'ha con l'Asp. I rapporti crediti-debiti fra la struttura privata e l'azienda sanitaria provinciale sono stati negli anni scorsi un ginepraio.Talmente fitto che poi è spuntata l'ombra di "duplicazioni di pagamento" direttamente in un atto ufficiale (una delibera dello scorso febbraio) firmato dalla commissione prefettizia in cui l'ente pubblico decideva di non riconoscere a sua volta un credito vantato dal Sant'Anna Hospital di circa 6 milioni (LEGGI QUI I DETTAGLI). Una traccia di "duplicazione' di pagamento in effetti era spuntata anche in verbale del Tavolo Adduce in cui relativamente si chiedeva all'Asp di verificare meglio fra le insussistenze attive un presunto debito da quasi 17 milioni. Partite debitorie, a leggere il documento romano, che "risultavano ancora aperte come debito v/strutture private accreditate ma che le stesse erano state già onorate attraverso procedure esecutive azionate dallo stesso fornitore". Sulla vicenda specifica si attende l'esito della Cassazione, ma non è escluso che già la prossima settimana l'Asp faccia una prima mossa per recuperare i soldi. La somma di tutte queste grane supera i 30 milioni di euro. Nessuno dormirebbe tranquillo. 

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