Curinga, deposito fiscale non autorizzato: sequestro di oltre 4 milioni di euro di prodotti accessori al fumo

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Guardia di Finanza, foto di archivio
  15 novembre 2024 07:56

I militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Catanzaro, in collaborazione
con i funzionari dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (ADM) - Ufficio dei Monopoli per
la Calabria, nell’ambito dell’attività di contrasto alle violazioni del Testo Unico Accise, hanno
individuato e sottoposto a sequestro, all’interno di un magazzino, oltre 4 milioni di pezzi tra
sigarette elettroniche, cartine e filtri di dubbia provenienza, pronti per essere illecitamente
immessi in commercio.


Le suddette attività sono scaturite dagli accertamenti condotti dai Finanzieri del Nucleo di
Polizia Economico-Finanziaria di Catanzaro, con la collaborazione del Gruppo di Lamezia
Terme, e dall’attenta analisi dei dati eseguita dai funzionari ADM all’esito dei quali è stato
individuato un esercizio in Curinga (CZ) sprovvisto delle necessarie autorizzazioni rilasciate
dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli.
Le successive investigazioni hanno permesso di identificare il soggetto in questione e
scoprire il magazzino di stoccaggio dei prodotti. Nel corso delle operazioni sono stati
rinvenuti oltre 4 milioni di pezzi, per oltre 40 Kg convenzionali di tabacco equivalente, in
totale assenza delle previste autorizzazioni posti in vendita on-line a mezzo di un sito
internet di e_commerce. Tutti i prodotti rinvenuti sono stati sottoposti a sequestro penale per
violazione degli articoli 40-bis (“Sottrazione all’accertamento o al pagamento dell’accisa sui
tabacchi lavorati”) e 40-quinquies (“Vendita di tabacchi lavorati senza autorizzazione o
acquisto da persone non autorizzate alla vendita”) del D. Lgs. n. 504/1995 (c.d. “Testo Unico
Accise”), come di recente modificato dal D.Lgs. n. 141/2024, in vigore dallo scorso 4
ottobre.).

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Un soggetto di nazionalità rumena, titolare della suddetta ditta individuale, è stato segnalato
alla Procura della Repubblica di Lamezia Terme ed è stata quantificata un’evasione
dell’imposta di consumo di € 14.500.
Per la condotta illecita sopra delineata, al vaglio della Procura della Repubblica di Lamezia
Terme, sulla base del principio di presunzione di innocenza, la colpevolezza della persona
sottoposta ad indagine sarà definitivamente accertata solo ove intervenga sentenza
irrevocabile di condanna.
Il relativo procedimento pende nella fase delle indagini preliminari

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