Custodire la memoria di don Dino Piraino: incontro al Pontificio seminario "SanPio X"

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  31 ottobre 2023 07:42

di FRANCESCO IULIANO

Un incontro nel ricordo di  don Dino Piraino a poco più di cinque anni dalla sua morte. Ad organizzarlo, nei locali del Pontificio Seminario Teologico Regionale "San Pio X" di Catanzaro, l’Arcidiocesi Metropolitana di Catanzaro-Squillace.

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"Don Dino Piraino: la santità della porta accanto”. Questo il titolo del convegno al quale hanno partecipato, moderati da don Ivan Rauti, il vicario generale dell'Arcidiocesi metropolitana di Catanzaro-Squillace, don Salvino Cognetti, l’arcivescovo di Rossano-Cariati, monsignor Maurizio Aloise, l’arcivescovo metropolita di Reggio Calabria-Bova, monsignor Fortunato Morrone e monsignore Franco Isabella. In apertura i saluti del rettore del Pontificio seminario ‘San Pio X’, don Mario Spinocchio e della sorella di don Dino, Antonella Piraino.

Le conclusione sono state invece affidate all’ arcivescovo metropolita di Catanzaro-Squillace,  monsignor Claudio Maniago. Nella breve riflessione di don Mario Spinocchio, soprattutto due pensieri che l’amico di tanti anni ha rivolto a don Dino, “grazie per il servizio che hai fatto alla Chiesa e scusa per le sofferenze che hai dovuto subire e che hai sofferto”.

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 “Ho conosciuto don Dino - ha raccontato poi don Salvino Cognetti - quando sono diventato parroco di Piano casa e sono stato il suo successore nella parrocchia di San Giuseppe lavoratore dove don Dino è stato parroco tra il 1985 ed il 1990. E’ stato un sacerdote che sentiva forte il senso di carità. Un esempio che dimostra questa profondità della sua vita di carità è stato il recupero di Bruno Rachele. Il famoso Ièiè. Una persona emarginata che veniva in qualche modo insultata e, qualche volta, preso a sassate. Don Dino gli ha restituito la dignità inserendolo pienamente nella vita della parrocchia. Portandolo a vivere nella casa canonica, aiutandolo a gestire la sua vita privata, a lavarsi, a mangiare regolarmente, a dormire.  Un lavoro sulla persona encomiabile, molto difficile molto sacrificata ma che lui viveva proprio con questo senso naturale di vita e di carità. In tutte le parrocchie dove si è recato, il suo impegno principale è stato quello di andare alla ricerca delle persone che erano emarginate; delle persone che erano, in qualche modo, fuori dal circuito quotidiano dell’esistenza. Dava umanità alle persone”, ha spiegato don Cognetti.

Un sacerdote, dunque, che ha sempre portato avanti messaggi di fratellanza e di solidarietà. “Siamo a Catanzaro - ha detto monsignore Maurizio Aloise - per ricordare il carissimo don Dino che nella sua vita ha Incarnato quello che è il comandamento evangelico dell’amore. E lo ha fatto in due modi: con l'amore verso Dio e con l'amore verso i fratelli. Per l'amore verso Dio lo ha dimostrato perché lui era innamorato dell’Eucarestia; per l'amore verso i fratelli, con  il servizio. E’ conosciuto il suo impegno nella Caritas ed è risaputo anche l'impegno che ha messo nella città di Catanzaro ha avuto con Ièiè o a Chiaravalle con Ilario. Persone ultime, scartate dalla comunità ma che lui, con il suo carisma, riusciva ad avvicinare, a farle sentire quelle che erano: esseri umani. Lodo il Signore per questa iniziativa dell'Arcidiocesi di Catanzaro che lo ha voluto ricordare proprio a cinque anni dalla sua morte”.

Nel corso dell’incontro sono stati letti, a cura dell'associazione di promozione sociale "Don Dino Piraino", alcuni scritti di don Dino tratti dal libro "Avere a cuore l'Eterno". In conclusione, monsignore Claudio Maniago, pur non avendo mai conosciuto don Dino, ha detto come la sua fosse una figura estremamente attuale “perché è una figura da una parte che vive con straordinaria semplicità e quindi sincerità il proprio essere prete in mezzo alla gente. Questo  è un messaggio importante in un mondo così complesso, talvolta anche complicato. La sua fede così semplice, così netta, così chiara e con i riferimenti così forti per lui, per la sua vita di prete e per quello che lui comunicava gli altri, ci dicono quanto ancora la sua eredità possa essere preziosa per la nostra comunità e per tutti coloro che lo hanno conosciuto”.

 

 

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