Cutro e il convento dei Francescani, un cittadino: “No alla chiusura, non lo meritiamo”

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images Cutro e il convento dei Francescani, un cittadino: “No alla chiusura, non lo meritiamo”

  10 maggio 2022 08:23

di SALVATORE SALERNO*


Come sul Calvario sotto la Croce non è rimasto nessuno dei suoi, lo hanno lasciato solo,  sono tutti scappati. 

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Hanno lasciato soli 
la venerata statua e 
la comunità. 

Non hanno avuto nemmeno la delicatezza,  la minima sensibilità di dare la notizia almeno dopo il 3 maggio giorno della SUA festa. 

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Hanno deciso di abbandonare la custodia della statua del Crocifisso venerata da secoli dai cittadini e dallo stesso ordine dei francescani, hanno lasciato il paese fortemente diviso in mille gruppi e gruppuscoli senza una guida spirituale, una rinuncia fatta nella piena consapevolezza di avere dinanzi una comunità che ha bisogno di crescere. 

Si prende atto della loro situazione numerica, come evidenziato nella comunicazione con prot. 29/22, escludendo così ogni pettegolezzo circa forti divisioni all’interno del capitolo provinciale fra i frati minori. 

Considerata la situazione drammatica in cui versano le due parrocchie, 
della SS. Annunziata e del SS. Crocifisso, 
è evidente che la comunità cutrese ha bisogno di “SENSIBILITÀ DIVERSE” che in questo momento non appartengo a QUESTI frati. 

Ora non resta che affidarci alla sapienza del Vescovo, 
nella speranza che possa essere illuminato per trovare soluzioni totalmente NUOVE, guide che sappiano EVANGELIZZARE questa comunità così maltrattata e abbandonata ormai da tanto tempo. 

L’emergenza delinquenziale colloca Cutro sicuramente fra gli “ultimi” e quindi come una comunità bisognosa di maggiori attenzioni. 

I ragazzi che si affacciano alla vita , i giovani tutti hanno bisogno di proposte di vita alternative a quelle che offre la strada. 

Progetti_amo qualcosa di speciale per occupare quegli spazi nella vita di questa brava gente per tanto tempo abbandonata.

Attendiamo dal Vescovo un’attenzione particolare per questa comunità, crei le condizioni perché Cutro possa essere considerato come un “ospedale da campo”,  per aiutarci a curare le nostre ferite.

Sarebbe bello se il Vescovo potesse “adottare” la comunità cutrese come si adotta un bambino orfano, 
se potesse guidarla perché possa crescere sempre più la sensibilità verso la Vita cristiana, se potesse promuovere una nuova evangelizzazione per le strade di questo paese, se potesse sconvolgere e prevenire con la forza del Vangelo quei modelli di vita che nulla hanno da spartire con Cristo.

 


*Cittadino di Cutro

 

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