Le dichiarazioni di Rossella Napolato, della segreteria Cgil Area Vasta con delega alle Politiche sociali e alla Scuola, in merito all’aggressione subita dal padre e dal fratello di una ragazza che aveva lasciato il fidanzato a Cutro.
10 giugno 2021 17:45“Atti persecutori, lesioni personali aggravate, violenza privata e calunnia. Quanto è accaduto a Cutro poteva avere un epilogo ben più drammatico. Se non fossero intervenute le forze dell’ordine a bloccare la folle violenza di undici persone pronte ad accanirsi sul padre e il fratello di quella ragazza esasperata e coraggiosa, che è stata capace di ribellarsi, oggi racconteremo dell’ennesima storia di femminicidio che poteva essere evitato”.
E’ quanto afferma Rossella Napolano della segreteria Cgil Area Vasta con delega alle Politiche sociali e alla Scuola in merito all’aggressione subita dal padre e dal fratello di una ragazza che aveva lasciato il fidanzato a Cutro.
“Quel fidanzato folle di gelosia le aveva geolocalizzato il cellulare, le impediva di uscire con le amiche, le vietava di lavorare e perfino di andare sui social: è un fenomeno preoccupante molto più diffuso di quanto appaia anche sul nostro territorio – afferma ancora Napolano -. Si può contrastare solo creando i fondamentali anticorpi sociali che crescono alimentando la cultura del rispetto della diversità di genere, e quindi a partire dalle scuole. Non ci sono alternative utili. E’ un fenomeno più diffuso di quanto appaia, questa forma di controllo, di vessazione e ossessione che mette insieme una psicologia distorta dei singoli soggetti con fattori culturali che avallano questi comportamenti e vogliono le donne come oggetti che appartenenti a qualcuno.
Quando si trova il coraggio di sottrarsi a questo tipo di controllo e umiliazione scatta la violenza assoluta che diventa dramma da leggere sul giornale. Bisogna liberarsi da questa violenza, rifiutarla, soprattutto fare prevenzione con i giovani nelle scuole, in ogni ordine e grado. Bisogna trasmettere gli strumenti necessari a cogliere i segnali lanciati da questi amori malati, una definizione che è un ossimoro perché se è amore non può essere violento. La Cgil Area Vasta – conclude Napolano – invita a denunciare, a rivolgersi ai centri antiviolenza e qualora ci fossero fatti ancora più gravi a alle forze dell’ordine, assicurando il proprio impegno sul territorio nelle battaglie a tutela delle vittime di queste forme di violenza e nella promozione della cultura della legalità e del rispetto delle donne”.
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