Da Amaroni a Santa Caterina dello Ionio, la scrittrice Nasso prosegue nell'appello alla prevenzione tumorale

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Presentato il libro “Il nemico in comune. Non vivere per amare ma amati per vivere”

  21 settembre 2020 09:36

Da Amaroni, dove c’è stato il debutto ufficiale, passando dalla libreria “Non ci resta che leggere” di Soverato, fino a Santa Caterina dello Ionio.

Continua l’appello alla prevenzione tumorale lanciato da Rossella Nasso con il libro “Il nemico in comune. Non vivere per amare ma amati per vivere”.

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Lo scritto, il primo della giovane imprenditrice amaronese, ha fatto tappa al centro di aggregazione sociale Aps “I Gabbiani” del ridente centro ionico.

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Nato per sensibilizzare le coscienze sulla prevenzione dell’HPV (il tumore femminile al collo dell’utero), il libro sta divenendo un inno alla vita, perché solo custodendola e amandola si può conservarla preservandola dai vari nemici.

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E le malattie, conosciute come cancro, o sconosciute come il Coronavirus, sono tra essi. 

Moderati da Franco Polito, direttore di preserreedintorni.it, a fare da “cassa di risonanza” ad una presentazione scivolata via tra spunti interessanti e impulsi per il futuro, c’erano Gianni Aversa, presidente del centro; Maria Criniti consigliere comunale e docente in rappresentanza del sindaco Francesco Severino; Maria Antonietta De Francesco, pedagogista e criminologa;  Giuseppe Apostoliti, presidente Arci Calabria, da cui è venuto  finanzi amento del progetto editoriale.

E ancora: Arturo Bova, ex consigliere regionale e già presidente della Commissione regionale contro la ‘Ndrangheta; Rossella Nasso,  autrice del libro; Caterina Leto, digente scolastico dell’istituto comprensivo Badolato – Santa Caterina dello Ionio e la giornalista Vittoria Camobreco,

Il dibattito inquadra subito il sottotitolo del libro. Apparentemente una “massima egoistica”,  esprime, invece, il senso di una generosità estrema perché solo amando se stessi è possibile stare bene con gli altri preservando la propria vita.

Il coro degli interventi confluisce in un’unica voce: il comparto sanitario territoriale ha necessità di essere potenziato e non declassato. Le eccellenze sul campo ci sono, ma spesso si trovano disarmate anche per i tagli alla sanità.

Su tutto affiora l’idea della prevenzione come educazione. L’appello non ammette distinzione fra generazioni.

In ottica futura, però, lo sguardo è sui giovani, gli studenti e le famiglie.  Educare i ragazzi significa “portare” la prevenzione (anche) sui banchi di scuola attraverso la storia raccontata, affinché conoscendola possano capire che non sono le malattie ad ucciderci ma i mancati screening.

"Sosteniamo il nostro sistema sanitario e i nostri camici bianchi  - è stato ripetuto più volte -. Con sapienza, professionalità e umanità fanno la differenza nella vita di tante persone. Solo rinforzando e non tagliando possiamo fare prevenzione che tanto ci occorre per non incorrere in malattie più gravi e onerose. Rimaniamo svegli amandoci, la prevenzione esiste, non ignoriamola!".

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