Da Calabresella a Scippa Core: i giochi tipici della Calabria

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  12 luglio 2023 07:55

I giochi di carte sono tra i passatempi più antichi al mondo: in Europa il mazzo di carte più antico è stato rinvenuto a Stoccarda e risalente al 1300 circa, ma gli storici non sono concordi riguardo la datazione delle carte.  gran parte dei giochi oggi conosciuti sembrano essersi diffusi soprattutto grazie ai porti: i marinai, impegnati in continue navigazioni da un angolo all’altro dell’Europa, hanno contribuito alla diffusione dei giochi e soprattutto dei mazzi di carte.

A tal proposito l’Italia rappresenta uno dei paesi in cui il gioco riveste ancora oggi un ruolo importante sia per i giovani che per i meno giovani, i quali si ritrovano spesso nei circoli a compiere interminabili tornei di briscola o scopa. Ciascuna regione o quasi si differenzia per il proprio mazzo di carte, i più diffusi restano quelli napoletani e piacentini. In Calabria vengono utilizzate quelle del capoluogo campano, anche se i giochi tipici restano quelli regionali: la Calabresella è senza dubbio tra i primi passatempi soprattutto dai più anzi, lo stesso vale per Patruni e sutta e Scippa còre.

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La Calabresella è considerata una variante del più diffuso tressette, celebre su scala nazionale al pari di briscola o scopa. Questi ultimi sono conosciuti da giocatori di tutte le età e si ritrova la loro versione digitale su internet, nelle piattaforme che includono il mondo delle slot online ma anche baccarat o blackjack. Più difficile è invece il ritrovamento sul web dei giochi di carte intimamente legati alla tradizione regionale, la cui trasmissione è unicamente legata al passaparola tra le varie generazioni. Ritornando però alla Calabresella, per quanto sia praticata soprattutto in questa regione, diverse fonti collocano la sua nascita in Spagna o più probabilmente a Napoli, storicamente sotto l’influenza dei Borboni.

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Patruni e sutta è un altro gioco molto diffuso in Calabria ma la cui origine è siciliana: la grande vicinanza tra le due regioni ha fatto sì che vi fosse una commistione a livello culturale molto più netta rispetto ad altre realtà della penisola italiana. Il nome è nel dialetto locale, la traduzione in italiano è “padrone e sotto”. Anche in questo caso si utilizza il mazzo di carte napoletane, il numero minimo di giocatori è quattro mentre il massimo è otto. Le regole del gioco seguono, in un primo momento, quelle della classica Scopa: infatti la prima fase prevede un turno tradizionale di scopa, in una seconda fase invece si ha la redistribuzione delle carte e la conta della primiera. Quella più alta decreta il patruni, vale a dire il padrone.

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Lo Scippa còre è un altro gioco tipico regionale: le regole sono molto semplici poiché è basato prevalentemente sul caso. Il numero minimo di giocatori richiesto è 2 ed il mazzo utilizzato è il canonico da quaranta carte della tradizione napoletana: lo scopo è vincere le carte messe sul tavolo estraendo la propria carta. Per farlo è necessario essere a conoscenza dello schema delle carte vincenti: si tratta dell’asso, del due e del tre. Pescando una di queste, il giocatore successo a colui che l’ha pescata è obbligato a estrarre dal mazzo una, due o tre carte. La vittoria è decretata a colui che riesce a rubare tutte le carte sul tavolo.

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