Da Enzo Tortora a Giancarlo Pittelli, la riflessione di Speziali sul primo grado di Rinascita Scott

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images Da Enzo Tortora a Giancarlo Pittelli, la riflessione di Speziali sul primo grado di Rinascita Scott
Vincenzo Speziali
  21 novembre 2023 08:56

di VINCENZO SPEZIALI

Ora basta! Siccome per anni non ho parlato, onde evitare di poter causare danno involontario alla legittima difesa -seppur vi è da pensare come in Italia, culla del Diritto Romano, ciò non è più riconosciuta per qualcuno!- adesso qualche riflessione, non solo la compio, ma intendo farlo, anche in sprezzo del 'pericolo', il quale potrebbe incombere su di me medesimo, poiché non sarò certo leggero.

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Giancarlo Piattelli, pregevole Avvocato, aulico Parlamentare, autentico signore, figlio di una autentica e vera aristocrazia catanzarese e per di più amico sensibile, rispettoso di norme e leggi, non si può accettare, che venga così 'insozzato' -ma poi da chi? Da coloro i quali non riusciranno mai a convivere la pubblica opinione e noi tutti che lo conosciamo!- oppure 'vedergli affibbiato' il ruolo, non di capro espiatorio, bensì di vittima sacrificale, a fronte di una inchiesta cervellotica e velenosa.

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Difatti, basta raziocinare, in merito ad alcune assoluzioni -o le insignificanti condanne, le quali, inesorabilmente 'cadranno' in Appello (così come per Pittelli)- proprio di qualche imputato, che aveva ipotesi di 'condotta criminis', molto più rilevanti e si è visto riconosciuta la 'insussistenza' del quadro probatorio.

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D'altronde, i termini da me usati, sono consoni, perché -come lo hanno fatto ben presente i Legali dello stesso imputato (per me e per la maggioranza della gente, assolutamente innocente, anzi, vittima di 'orrore giudiziario'), cioè gli Avvocati, Giandomenico Caiazza, Salvatore Staiano e Guido Contestabile- non tanto per chi conosce l'On. Giancarlo Pittelli -e io lo conosco bene, anzi confermo la mia amicizia e la solidarietà umana e personale- dicevo non solo per rispetto alle sue sofferenze e a quelle della sua famiglia, bensì ogni cittadino, a sua volta, rischia di non credere più al 'sistema giudiziario italiano' -in pratica quello riconducibile a Procuratori d'assalto, che secondo sussurri e bisbigli (veri o falsi non lo so, ma a detta di molti sono abbastanza 'verosimili')- 'terrebbero in ostaggio, con 'indebita pressione mediatica (e funzionale!), in 'loci provinciae', in pratica nei vari distretti, persino i loro collegi giudicanti.

Ordunque, non posso credere, né voglio farlo, a simile vulgata e se dico così è solo perché ho una formazione, autenticamente, istituzionale, quindi non è per timore verso chicchessia, anche ricordando a me e a ogniuno, come io non conosco paura (la quale, tra l'altro, non so cosa sia!)...e poi si sa: qualora, 'ricevessi qualcosa', è solamente perché mi batto a viso aperto, per una libera e compiuta democrazia, che dal 1992, non rientra nei canoni, ragione per cui -sempre che 'qualcosa' dovesse accadermi- si sappia trattasi di 'ritorsione,' (a cui non mi soggiogo), ma la mia autorevolezza, con connessa credibilità, aumenterebbe a dismisura (perciò, non conviene a nessuno!).

Tornando all'On.Avv. Giancarlo Pittelli -a sua volta persino 'trattato da colpevole a prescindere', financo dal suo stesso Consiglio dell'Ordine, che lo ha sospeso a tempo di record (complimenti, per il Presidente dell'epoca, ma conoscendolo, tale comportamento, non mi meraviglia affatto!)- ad un simile verdetto, non si può tacere, perché ci troveremmo a metà strada tra l'ignavia e l'indifferenza.

Senza perifrasi, mi riferisco alla sentenza (patti chiari: di primo grado!), con cui Giancarlo Pittelli è stato condannato, in assoluta distopia, con i pronunciamenti giurisprudenziali del Riesame e della Suprema Corte di Cassazione.

Casi simili sono, 'accettabili o credibili'? No, certamente no!

È vero, purtroppo ormai, stando nei 'panni' della pubblica opinione, ciò lo 'assimiliamo', in luogo al fatto di come sarebbe più onesto dire che li subiamo, epperò, io sono, resto e rimango, dalla 'parte giusta', ovvero di 'Giancarlino' e lo appello così, poiché costui mi ha cresciuto, ma soprattutto, mi ha  difeso, durante la mia grottesca vicenda giudiziaria, in modo inappuntabile, dal punto di vista umano e della legalità, forte e coerente nel suo 'rispettare' il codice deontologico, assieme a quello penale, ovvero inerente alla legislazione vigente, che è di sola pertinenza dello Stato.

Sono testimone di tutto il suo adamantimo comportarsi, quindi nessuno potrà indurmi, attraverso indotta prepotenza coercitiva, a fare si che io possa contravvenire all' 'ottavo comandamento', cioè non rendere vera testimonianza, anche perché sarebbe persino un reato, sanzionato dalla legge degli uomini e codificato nel nostro codice.

Certo, confermo che se qualche (falso?!) zelante 'operatore di giustizia' -più credibile nelle vesti di 'zapparore', anziché in quello di 'cultore del diritto'- commettesse ciò o abusasse dei suoi poteri (connessi alle sue funzioni, per di più sancite nella nostra Costituzione), il tal (ipotetico?!) costui, la farebbe comunque franca, pero` restiamo  noi inermi cittadini ad essere 'ostaggi' di una soverchiante (e fanatica?!) prepotenza, la quale si fa strada con il camouflage delle pandette e dei codicilli, seppur al momento giusto, poi getta la maschera e sovente ci guarda e ci inquisisce, facendoci vedere il vero volto di una triste realtà.

Infatti, a Catanzaro, nella mia Catanzaro -la quale amo in modo incommensurabile, ovviamente dopo il 'sogno e il paradiso', cioè la sempiterna Bovalino- riaffermo, a Catanzaro, purtroppo, la giustizia se non fa 'cilecca', assume i connotati di una burla macabra, anche se la burla, proprio perché macabra, non risparmia onta e dolore.

Un esempio? Presto fatto: ma ci si rende conto che alle nostre latitudini, un 'figurante partenepoeo' (il quale a sua volta non è simpatico come Pulcinella, persino con buona pace di una 'rotundesca mistificatrice', che stigmatizzò il mio disprezzo antropologico per siffatto ignobile soggetto), ha (sempre il discutibile partenopeo, a cui 'i miei affini muliebri' e parlo dei Principi Serra di Cassano, potrebbero tranquillamente disconoscere quale appartenente alla meravigliosa città in questione), sottolineo il tizio di specie (di cui non faccio il nome, benché se lo incontrassi gliene direi a iosa, ma devo rispettare il giornale che mi ospita), ha persino tratto in arresto, una figlia devota, che come sua unica colpa ebbe quella di avere assunto una badante per la propria madre, anziana e bisognosa di cure (chiaramente, rammento e mi riferisco alla vicenda della Professoressa Felicetti).

È giustizia tutto ciò? Me la caverei con una delle mie battute -siamo alla nevrosi psichiatrica- eppure servirebbe a poco, a pochissimo, poiché ormai, molti hanno terrore di gridare la propria indignata contrarietà, solamente per lecito timore, avverso la ''dittatura procuratorile': io no, non mi faccio intimorire, anche perché conosco i meccanismi barbari, surrettizi e infingardi, di cui Francesco Saverio Borrelli fu 'Gran Maestro', perciò faccio presente che questa nostra Repubblica è nata dalla Resistenza, quindi che Resistenza sia.

Si, Resistenza, rispetto a tale 'straripamento' di competenze e poteri, in quanto abbiamo il diritto di vivere in un Paese libero e non temere, nessuno di noi italiani, una (non) vita sotto scacco, oppure la trasposizione del regime, di cui Komeiyni fu l'ideatore.

In più, sempre a Catanzaro, persino l'ex Presidente del Consiglio Regionale -mi riferisco a quel galantuomo del mio amico Domenico Tallini- ha goduto dell'ovvia e scontata, duplice assoluzione (persino al netto dei pronunciamenti dei giudici di merito, anche lui, come Giancarlo, tra Riesame e Cassazione), senza dimenticare una mia 'zia' -parliamo della Marchesa Violante Susanna- la quale, in modo surreale, si è ritrovata da vessata e vittima -non certo di 'clarisse cappuccine'- a subire una richiesta di arresto, accompagnata da variegate amenità, tanto per giustificare, un'insensata azione, però chiaramente, respinta dal GIP (almeno, qualche volta, si trova un giudice terzo, senza dover 'sperare in Berlino').

Ripeto: si può ancora sopportare simili 'obrobrium' ? 

Con precedenti così, possiamo avere rispetto e fiducia -come cittadini, ovvero la 'spina dorsale' del nostro Paese- circa le inchieste, le quali puntualmente si risolvono, in tanti casi (tra primo grado e appello), con eclatanti assoluzioni?

E quando esse arrivano, cioè le assoluzioni, il tutto giunge con un tempo dilatato e ritardato, senza che esso possa 'ripagare', le infinite umiliazioni o le molteplici sofferenze passate -e principalmente patite sulla propria pelle!-in primis, da parte dell'ingiusto accusato e poi -in questo girone dell'inferno moderno, laddove si perde tutto (parlo della propria dignità, l'onore e il rispetto, oltre a quanto costruito in una vita)-  finiscono persino i suoi affetti, cioè i familiari, figli compresi, i quali sono le vere 'vittime silenti' della tragedia in corso.

Si, veramente si, aveva ragione Enzo Tortora quando scrisse parole di fuoco e di dolore, durante quella sua indegna 'prigionia' -e prigionia fu- ma dopo così tanti anni e tante storture, invece di andare avanti e migliorare, siamo tornati indietro.

Purtroppo, peggiorando pure!

Pongo un quesito, fuor da polemiche preventive: qualora Pittelli, fosse assolto -in Appello o Cassazione, poco importa!- chi ha accusato lui, avrà 'merito' di essere 'pubblicamente incensato'?

Alla pubblica opinione l'ardua 'sentenza' e essa vale. Eccome se vale!

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