Da Zelig a Catanzaro, Flavio Oreglio al Comunale: "Incantato dal vostro centro storico"

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Flavio Oreglio

Il cabarettista lombardo torna domani sera in città dopo diversi anni e ci dice: "Vorrò rivisitare il centro storico, l'ultima volta ne rimasi colpito"

  02 dicembre 2022 08:24

di FILIPPO COPPOLETTA

Stregato dalla bellezza del centro storico catanzarese, dopo diversi anni dalla sua ultima visita in città, domani sera alle 21 si esibirà sul palcoscenico del Teatro Comunale di Catanzaro, l'umorista e cabarettista Flavio Oreglio con il suo “Discorso sul metodo dell’attor comico”. 

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Un viaggio alla riscoperta dell’umorismo e dell’emozione del ridere. Uno spettacolo vivace e mai banale. Una vera e propria lectio sulla risata dove la scienza di Cartesio si fonde alla genialità umoristica di Petrolini, offrendo una serata divertente che si proietta ad analizzare i risvolti sociali, storici e politici del nostri tempi. L'evento si colloca nel ricco cartellone di Ama Calabria che vede la direzione artistica di Francesco Pollice.

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In attesa dell'inizio dello spettacolo, abbiamo incontrato il suo protagonista per un piacevole scambio di battute.

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Come si passa dall’insegnare matematica ad essere un maestro dell’umorismo?

«La passione per la precisione - che è tipica della matematica - a mio parere non esclude l’eventuale passione concomitante con il mondo dell’umorismo. Sono due cose che possono coesistere. Forse se sei un appassionato di scienza nelle varie forme diventi anche più esigente nell’altro settore». 

Il suo spettacolo è frutto in sostanza dell’accostamento di due opere incredibili e contrapposte. Un’originalità straordinaria che mescola scienza, filosofia e cabaret. Come nasce questa ispirazione?

«La scienza e il cabaret sono i due più grandi amori della mia vita. Ciò che io faccio in questo spettacolo è un’analisi scientifica al ridere, un concetto molto più ampio rispetto al comico. Ci sono tanti modi per ridere: c’è l'umorismo, la satira, l’ironia, il sarcasmo, il grottesco, sono tutte forme del ridere e dunque non tutto ciò che fa ridere è comico. Il titolo richiama certamente questi due grandi personaggi e vuole essere un omaggio a loro due». 

A lei cosa la fa ridere di gusto?

«Sinceramente ciò che mi fa più ridere sono i bambini. La loro semplicità. Ho tre figli che mi hanno fatto divertire tantissimo». 

Quali comici contemporanei maggiormente apprezza ed a quali si ispira?

«Ho sempre apprezzato molto Ale e Franz che sono anche due cari amici. Al contempo ammetto che mi lascio spesso trasportare quando vedo in azione qualcuno. Quelli a cui mi ispiro maggiormente sono maestri come Dario Fo, Giorgio Gaber, Jannacci, quella scuola del cabaret che in realtà con i comici non centra niente. Quelli attuali non possono essere definiti comici».  

Domani sera si esibirà a Catanzaro. Era già stato in questa città? E che rapporto ha con la Calabria? 

«Sono già stato a Catanzaro per lavoro. Sono rimasto sorpreso e colpito dalla bellezza del centro storico di questa città che rivisiterò volentieri. Quando vado in giro per fare gli spettacoli, solitamente non ho molto tempo da dedicare alla visita del luogo, ma ricordo che vidi un centro storico meraviglioso che vorrò rivedere con un interesse ancora maggiore. In generale, in Calabria, sono stato diverse volte sia per lavoro che per vacanza. Che cosa posso dire? Siamo nella Magna Graecia, ci sono cose incredibili da vedere e da gustare e in queste terre del Sud torno sempre volentieri».  

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