Con la sua pubblicazione rimandata per la pandemia da Covid, ecco finalmente a Stalettì (Cz) la riuscita presentazione del significativo libro di Academ editore “Dal mare felice”, (acquistabile su https://www.academgroup.it/libri/dalmarefelice/)inserita nell’ambito delle manifestazioni culturali comunali estive all’anfiteatro di Palazzo Aracri, presenti i due autori Roberto Messina e Vincenzo Fulvio Attisani (la pubblicazione si avvale poi della collaborazione di Mario Iannelli e Tommaso Proganò) in vivace dialogo con il pubblico, introdotti dal sindaco Mario Gentile.
Copanello e Caminia di Stalettì, Pietragrande di Montauro, Montepaone, Soverato… Luoghi unici e spettacolari, come un filo di perle nel magnifico scenario del medio Ionio catanzarese. E poi varie personalità locali (o pure estranee a questi posti, ma che li hanno frequentati, li frequentano, o che qui hanno preso dimora) chiamate a testimoniare nel volume il loro indissolubile rapporto con questo territorio che regala benessere e serenità, che riscalda il cuore con la grande bellezza della natura e dei paesaggi, che rimette al mondo e al tempo stesso dal mondo del quotidiano riesce a togliere e allontanare quanto serve per potersi abbandonare alla natura, alla tranquillità, al respiro, ad una gioia che è alla fine semplice: quella del mare, che se non dà veri e propri “insegnamenti”, intanto sa far scoprire buone “energie”. Ecco, sostanzialmente, sinossi e traccia del volume/memoriale/raccolta testimoniale.
Posti incantevoli, allora. Sicuro. Come ben lascia intendere un libro che - ha ben puntualizzato il sindaco - fa intanto, e giustamente, riflettere sulla responsabilità, sull’incombenza che grava su tutti, amministratori in primis, ma non solo, di dover agire per preservarne la loro bellezza. Per tutelarli e assicurarne l’inviolabilità. Per scongiurarne deturpazione e abbandono,cercando di far rispettare e mantenere intatta la loro natura magnifica e generosa, grande patrimonio di tutti e per tutti, di cui andare orgogliosi e di cui sentirsi fieri e fortunati.
I contenuti dei racconti e delle interviste racchiusi nel compendio sono stati illustrati da Messina e Attisani nella loro originalità e “profondità” narrativa e concettuale. E poi nella loro capacità di aver saputo registrare “cose” e persone di qui, per così dire “messe in ordine”, in equilibrio, in armonia, nel tratteggiare storie, colori e sfumature del posto, per il piacere del lettore che può così “farsi gli occhi” e “nutrire l’anima” girando con calma le sue pagine.
I luoghi qui narrati, propriamente incantevoli, sarebbero certamente da onorare e sacralizzare per la loro naturalezza, che nonostante vari scempi, si contrappone ancora sostanzialmente e con semplicità disarmante alle tante devastanti inurbazioni e conurbazioni che hanno riempito e invaso quasi tutto - ha detto l’avv. Attisani -. Una naturalezza da “meridiano calabro” in cui il tempo e l’abitare lo spazio hanno altro ritmo, altro respiro, altra logica. Luoghi che vanno oggi decisamente e prontamente “recuperati” dal degrado, con un impegno di grande respiro:generale, convinto, irrimandabile, che non può che partire ab origine, e cioè dai giovani e dalla scuola, là dove si formano la coscienza ambientale e quella civica.
Gli scritti contenuti nel volume - ha spiegato il giornalista e scrittore Messina - sono quelli, per definirli in questo modo, di ammirevoli “argonauti” che hanno provato a capire e carpire i segreti dei luoghi descritti, a registrare nei loro scatti\scritti le cose e le persone. Tra questi, anche nomi noti, come Lando Buzzanca, Lino Patruno, Uto Ughi, Domenico Menniti, Giuseppe Corasaniti, Diego Verdegiglio, Adriano Banelli, per citarne solo alcuni, con il loro “apparecchio fotografico” a fare capolino nei decenni trascorsi su e giù, dentro e al largo della costa, dove come altrettanti veri e grandi artisti hanno ritratto e riproposto le sue specificità, le sue meraviglie sopravvissute a irresponsabilità,abusivismo, improvvisazione, e oscenità varie, con cui pure hanno dovuto fare lungamente e duramente i conti.
Gli autori dei testi - ha chiarito Messina - si sono impegnati in questa loro opera, per il loro piacere, ma soprattutto per il nostro e per quello del lettore, portando doveroso ossequio a chi è venuto prima di loro, e di noi, e ci ha insegnato a conoscere, amare, rispettare, a saperci fare degni di stupore, pienezza, sorpresa.Certo, avremmo voluto vedere questo territorio svilupparsi nel tempo, crescere, migliorarsi come un prezioso bene valorizzato, rispettato, custodito, come fosse un posto sacro sui cui celebrare e coltivare il rito della bellezza. E al tempo stesso, ci sarebbe piaciuto vedere un luogo fruito, popolato, frequentato. Ma non è andata proprio in questo modo. Per non dire che si è tornati indietro di trent’anni. Ma alla fine, forse meglio pure così… Che sia rimasto fuori e lontano da altri “interessi”. Salvo e salvato, suo malgrado, dal destino segnato di messa in “svendita”, di mercificazione totale e definitiva. Resta ancora, invece, qualche buona prospettiva di rinascita e di più o meno armonioso sviluppo possibile. O almeno, di sviluppo rigenerativo, ricostruttivo, quello in grado di valorizzare e rendere migliore il bello esistente e il brutto “persistente”.
A Stalettì, dunque, una serata davvero molto interessante e stimolante, in un contesto comunale felicemente aperto (con dichiarate, sentite e apprezzabili intenzioni di continuità, stabilità, e qualità) all’incontro con le buone e nobili ragioni della cultura, dell’arte, dell’editoria e dello spettacolo, oltre che con quelle delle sempre gradevoli e festose sagre. Una presentazione che è stata resa avvincente anche dalla proiezione di straordinarie foto d’epoca (Copanello, Pietragrande e Caminia negli anni ’50-’60) e dalle commoventi letture di alcuni brani tratti dal volume con la cortese disponibilità e qualità “attoriale” di Anna Vatrella e Valentina Lombardo.
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