di FRANCESCO IULIANO
A dicembre scorso la presentazione del documento preliminare del PSC (il Piano Strutturale Comunale) a cura dell’Amministrazione comunale di Catanzaro.
“Un documento - era stato detto - che rappresenta un importante cambiamento rispetto al precedente Piano Regolatore Generale in quanto, quello presentato, punta ad una visione integrata ed a lungo termine. Un passaggio dal PRG al PSC che non vuole essere un semplice cambio di nome, ma un cambio di prospettiva per la comunità, in quanto punta a riorganizzare forma e funzione della città. Un piano che miri a migliorare la qualità della vita dei cittadini, riducendo il consumo del suolo e promuovendo lo sviluppo sostenibile.”.
A distanza di due mesi il Piano Strutturale Comunale è tornato protagonista in occasione dell’incontro dibattito dal titolo ‘Il Piano Strutturale della città di Catanzaro’ organizzato dall’Ordine degli Architetti della provincia di Catanzaro ed allestito nella sala ‘Vincenzo Calderazzo’ della Casa delle Culture.
Moderati dall’architetto Francesca Savari, hanno relazionato gli architetti Laura Abramo, Rosario Luca Provenzano e Sergio Dinale.
In apertura i saluti del presidente dell’ordine degli Architetti della provincia di Catanzaro , Eros Corapi, dell’assessore comunale all’Urbanistica, Giuseppina Iemma, dell’architetto Giuseppe Macrì, del presidente nazionale Inarsviluppo Antonio Renda, del presidente dell’ordine dei Geometri della provincia di Catanzaro, Ferdinando Chillà, del presidente dell’ordine dei Periti industriali, Claudio Gigliotti.
“Quella dei oggi - ha commentato Eros Corapi - è un'occasione di confronto per questa città. Viviamo da troppi anni con un Piano che non è stato realizzato per una serie di motivi sui quali noi abbiamo indagato e sui quali ci siamo dati anche delle risposte. Ora, invece, cerchiamo di fare in modo che il Piano non debba fallire gli obiettivi prefissati. Catanzaro è una città che è cambiata proprio nella prospettiva, nel senso che, con il vecchio Piano, ci si aspettava una Catanzaro futura che avrebbe dovuto essere arrivare a 120mila abitanti. In realtà in pochi anni siamo scesi a poco meno di 90 mila. Un cambio di prospettiva netto, se ci mettiamo che in mezzo abbiamo avuto le crisi economiche, le pandemie, i cambiamenti sociali, gli approcci alla all'informatica che tutti noi abbiamo sotto gli occhi. Insomma dobbiamo capire che questa città ha bisogno di qualcosa di coraggioso che tracci un segno verso il futuro e che ci dia una direzione. Dopodiché sta a noi, ai cittadini, alle istituzioni fare ognuno la propria parte”.
Nell’analizzare il lavoro sin qui svolto dall’amministrazione comunale, Giuseppina Iemma ha ribadito la soddisfazione per come si stia procedendo nell’iter per l’approvazione del Piano Strutturale Comunale. “Un percorso - ha detto - fatto di rispetto dei tempi previsti dalla legge urbanistica regionale. Abbiamo già fatto una prima conferenza programmatica ed abbiamo anche programmato, per l’8 aprile prossimo, la seconda conferenza che dovrebbe essere quella di chiusura. Abbiamo ricevuto i pareri obbligatori e, di conseguenza, possiamo definirci soddisfatti anche per atteggiamento responsabile di tutte lue parti interessate.
Così facendo, ritengo che possiamo andare dritti verso quello che è l'obiettivo finale, cioè l'adozione del PSC”.
Sui tempi per l’approvazione del Piano, l’assessore Iemma ha quantificato in più di 12 i mesi necessari, “se non perderemo tempo e rispettiamo tutti gli appuntamenti”.
Su come dovrebbe cambiare la città, invece, ha commentato dicendo che “sono stati individuati gli ambiti che ridisegnano la città. La mia ottica di riorganizzazione urbana e di riorganizzazione territoriale, che è tra gli obiettivi strategici di questa Amministrazione, c'è il progetto della grande Catanzaro per cui la nostra sarà una città sicuramente accogliente e per cui puntiamo alla valorizzazione di quello che è l'ambito produttivo. Una città, per essere accogliente, non può fare a meno di un sistema produttivo efficiente. Abbiamo una popolazione che invecchia ed in meno di vent'anni abbiamo perso 10mila abitanti, tutti prevalentemente giovani. Da qui l’esigenza di offrire una città inclusiva, che pensi agli anziani ed a quelle che sono le infrastrutture necessarie. C’è il progetto per il potenziamento della mobilità pubblica, dei percorsi ciclo pedonali ed il coinvolgimento di altre amministrazioni comunali con le quali avviare nuove collaborazioni per lo sviluppo dei territori”.
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