di TERESA ALOI
Difende il suo amore. Un amore che non conosce barriere e pregiudizi. Ma che al contrario merita rispetto. Tanto rispetto.
Riccardo Cristiano, 40 anni, lametino di nascita, sa bene cosa è la discriminazione. Attivista per i diritti civili in Calabria da più di 20 anni, autore del libro “Vi dichiaro uniti, una storia di ricerca Amore e diritti civili” dove racconta la sua storia prima e l’unione civile poi con Marco, è tra i promotori della manifestazione che avverrà il prossimo 28 giugno a Catanzaro dal titolo #catanzaronondiscrimina.
In queste ultime ore il Vaticano ha attivato i propri canali diplomatici per chiedere formalmente al governo italiano di modificare il DDl Zan, il disegno di legge contro l’omotransfobia perché violerebbe in “alcuni contenuti l’accordo di revisione del Concordato”.
Ed è a lui che abbiamo chiesto perché il DDL Zan non è “gradito” al Vaticano
"La questione non è né teologica o morale, qui si sta letteralmente invadendo la sfera laica del nostro stato a beneficio di chi già è un privilegiato. Vorrei ricordare a chi non lo sapesse, che la legge Mancino, sulla quale fonda il DDL Zan, “sanziona e condanna frasi, gesti, azioni e slogan aventi per scopo l'incitamento all'odio, l'incitamento alla violenza, la discriminazione e la violenza per motivi razziali, etnici, religiosi o nazionali”. Quindi, mi meraviglio come Santa Romana Chiesa si voglia sentire libera di offendere o ritenersi protetta dietro le mura vaticane oltre che dalla legislazione italiana, ma non voglia estendere la medesima protezione alle persone omosessuali, transgender e disabili! E’ intollerabile una tale ingerenza, ancor più quando si sente, in materia di reati nei confronti dei minori, si vedano i vari scandali di pedofilia, che gli stessi siano giudicati da tribunali ecclesiastici e non da quelli italiani. Ancora oggi accade che, nelle scuole e istituti parificati e religiosi si possa continuare a dichiarare che l'orientamento sessuale e l'identità di genere sono una malattia, oppure, un disturbo mentale o un oltraggio alla fede cattolica e comunque sempre un peccato che solo la chiesa può, semmai perdonare con, magari, 10 atti di dolore. Questo paese è cambiato, ed anche il concordato non ha più ragion d’esistere, difendere il DDL Zan non è solo un dovere delle persone LGBTQI* ma di tutti. Dei laici e dei fedeli che intendono vivere nella liberta la propria identità, senza che qualcuno possa continuare ad offenderli con teorie che non stanno né in cielo né in terra. Ritornando al concordato fra Stato italiano e Chiesa cattolica, vorrei ricordare che lo stesso, fa sì che il Vaticano non paghi le tasse sui propri possedimenti o di essere l'unica religione riconosciuta nel paese".
Anche l’Europa è intervenuta in merito alla nuova legge ungherese sul divieto di “propaganda gay” ai minori di 18 anni, la situazione appare simile
"Tredici Paesi dell’Unione Europea hanno stilato una dichiarazione congiunta nella quale si dicono "fortemente preoccupati" per la legge anti LGBTQI* approvata dall'Ungheria e chiedono alla Commissione europea di intervenire. Anche la Presidente della Commissione europea Ursula Von Der Leyen si è detta fortemente preoccupata per il testo della nuova legge che equipara pornografia e pedofilia all'omosessualità. Penso che sia grottesco, significa fare un passo indietro di 50 anni, quando era reato riunirsi in un locale, vestirsi con abiti “non consoni” al proprio genere biologico ecc. La data che abbiamo scelto per la manifestazione del 28 giugno, non è casuale, ma ricorda la rivolta di Stonewall ed è la nostra storia, la storia di tutti. Mi chiedono spesso a cosa servano i Pride, perché vengono paragonati ad una bracconata tipo carnevale di Rio. Per questo servono, perché i Pride, si dovrebbero fare tutti i giorni, ognuno di noi vive il suo personale Pride quando cammina a testa alta in un mondo ancora troppo sessista dove un uomo che porta la gonna ed una croce al collo dice ad un altro che il suo orientamento sessuale è sbagliato o che un bacio scambiato fra due persone dello stesso sesso possa traumatizzare dei minori".
Secondo lei il DDL Zan va in contrasto con la libertà di espressione?
"I promotori della legge hanno ribadito più volte che la libertà di espressione non viene messa in discussione dal Ddl Zan, malgrado le martellanti campagne di disinformazione vogliano far credere il contrario, in pochi si sono presi la briga di leggere integralmente il testo. Contrariamente, quindi, a quanto temono molti degli oppositori, un sacerdote potrà continuare a fare una campagna contro l’equiparazione dei diritti delle coppie dello stesso sesso rispetto ai diritti della cosiddetta famiglia tradizionale. La legge, interverrebbe, semmai, se il prete istigasse i suoi fedeli a molestare o linciare una coppia non eterosessuale in quanto non eterosessuale. Le rimostranze poste dal Vaticano, sono sostanzialmente due: una ipotetica violazione della libertà d’espressione e l’obbligo di commemorare nelle scuole cattoliche la Giornata nazionale contro l’omofobia, la bifobia, la lesbofobia e la transfobia. Vorrei dire una cosa monsignor Paul Richard Gallagher, segretario per i Rapporti con gli stati della segreteria di Stato, ovvero il principale organo di governo del Vaticano: con questa ennesima riprova di quanto la Chiesa sia attaccata al potere e al Dio denaro, le anime dei poveri peccatori LGBTQI* diventano ancora più unite, non soltanto dai colori dell’arcobaleno, ma dalla consapevolezza che, malgrado le nostre diversità nell’amare, noi almeno amiamo il nostro prossimo come noi stessi".
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