“In un'epoca in cui si parla tanto di partecipazione civica e di attenzione alle periferie, ci sono luoghi dove le promesse sembrano svanire nel nulla, lasciando i cittadini a lottare da soli.
Il quartiere Siano ne è un esempio lampante, una realtà dove l'assenza delle istituzioni è palpabile e dove l'unica luce in fondo al tunnel è rappresentata dal sacrificio e dalla dedizione di un'unica, instancabile associazione: Upis
Le problematiche dalle strade dissestate, le tematiche sportive e culturali sono un miraggio, una cronica mancanza di servizi essenziali, ma la risposta da parte delle autorità competenti è quasi sempre la stessa: l’assenza.
L'attività dell’associazione non è solo un esempio di cittadinanza attiva, ma rappresenta un grido d'allarme. È la dimostrazione che, laddove la politica abdica al proprio ruolo e abbandona i territori, è la società civile a farsi carico dei problemi, a creare soluzioni e a ricostruire il tessuto sociale (pulizia dei parchi, ripristino piccole aree verdi trasformandole in luoghi di aggregazione, supplito alle mancanze dell'ente pubblico in termini di manutenzione spicciola) tuttavia, non si può pretendere che un'associazione, per quanto volenterosa e capace, possa sostituire in toto l'azione di un'amministrazione pubblica.
Può il vuoto politico nascondersi dietro l’operato di una associazione?
È tempo che le istituzioni si assumano le proprie responsabilità, che tornino a guardare ai bisogni reali dei cittadini.
Il problema non è solo la mancata realizzazione di singoli progetti, ma un'assenza sistemica di visione e di intervento.
Così Antonio De Filippis, Coordinatore Catanzaro al centro.
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