Decadenza del consigliere, I Quartieri: "Le leggi non consentono divagazioni creative. Il presidente era stato avvisato"

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  06 dicembre 2019 16:40

"La “storia di Nilde” dovrebbe essere un valido insegnamento per tutti noi! Ma, lo dovrebbe essere ancora di più per quanti ricoprono – oggi - ruoli istituzionali, non fosse altro perché ci ha fornito uno spaccato della storia repubblicana, autorevole ed intransigente, dove il rispetto per le istituzioni è assoluto e mai, va in subordine sull’appartenenza politica, tanto da piegare o tentare di piegare, il valore istituzionale ad un gioco di parte". E' quanto si legge in una nota stampa dell'associazione I Quartieri che si riferisce al caso sollevato da La Nuova Calabria sulla procedura di decadenza attivata nei confronti del consigliere Tommaso Brutto (LEGGI QUI).

"E’ questa - prosegue la nota - una specie di dottrina che assume valore democratico, quando viene declinata con imparzialità, con autorevolezza e con assoluto rispetto per le norme ed i regolamenti, tanto da diventare assolutamente trasparente e super-partes, come nella sua lunga carriera fu proprio Nilde Iotti. Questa è una storia ormai lontana, che non trova humus nel quotidiano delle istituzioni pubbliche, come una maledizione diffusa a tutti i livelli. In questo la città di Catanzaro, come sempre, riesce a ben distinguersi…ovviamente sempre in negativo!".

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"La negatività - si legge ancora - di trattare l’impianto democratico della città di Catanzaro con la delicatezza di un rinoceronte, assoggettandolo o tentando di assoggettarlo ad una sorta di consorteria, che irrazionalmente con dolo pubblico (?), lo si vuole spacciare per confronto politico.Tutto questo è palese nella vicenda che impone l’attivazione dell’istituto di decadenza per mancata partecipazione alle sedute del consiglio Comunale, come previsto dal vigente regolamento comunale, oltre che dal dispositivo di legge n.267/2000, come all’articolo 43, comma 4. E’ palese perché all’atto di richiesta di attivazione della procedura, come previsto dal TUEL all’articolo 69 “Le deliberazioni di cui al presente articolo sono adottate di ufficio o su istanza di qualsiasi elettore” era stato richiesto dalla nostra Associazione I Quartieri con nota del 29.07.2019 prot.73414, in indirizzo al Presidente del Consiglio Comunale, Marco Polimeni, a tutti i Consiglieri Comunali, nonché al Segretario Generale, Vincenzina Sica".

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"Scoprire oggi che - prosegue ancora - la procedura è stata attivata, solo perché da noi sollecitata al Prefetto di Catanzaro, a cui abbiamo inoltrato nostra nota del 29.11.2019, non è certamente un segnale di trasparenza e di rispetto istituzionale come chi nel “palazzo” cercherebbe di rappresentare. E’ invece la prova di quell’incedere probabilmente opaco (?), che è lesivo di quel grado di fiducia che ormai i cittadini hanno realizzato che non esiste, soprattutto quando le determinazioni e le conseguenti azioni possono nel concreto consumare un reato (?) Di fatto non si capisce perché il Presidente del Consiglio Comunale, che peraltro deve avere un report sulle presenze ed assenze dei singoli consiglieri sempre aggiornato, non abbia attivato motu proprio una procedura imposta per legge. Ma, ancora di più, non si capisce perché ricevuta la segnalazione del 29.07.2019, abbia superato il dispositivo di legge, derubricando il valore dell’elettorato passivo ad un fastidio personale".

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"Aver volutamente fatto slittare ulteriormente i termini, - conclude - in un percorso che è cadenzato dal regolamento e dalla norma di legge, ha di fatto politicamente – al netto di eventuali risvolti penali – ridotto la valenza democratica dell’istituzione municipale di Catanzaro, ad uno zerbino utile per nascondere la polvere, o peggio ancora per pulirsi le scarpe. Il prosieguo della vicenda, oggi riesumata per volontà politica postuma di Polimeni, ha un percorso definito e molto stretto, dove non verranno consentite divagazioni creative. Questo imporrà al Consiglio Comunale di tenere in conto che la decadenza dalla carica di consigliere appartiene alla categoria di quelle limitazioni all’esercizio di un diritto al munus publicum, che devono essere interpretate restrittivamente. Questo sul piano procedurale e legale, mentre di converso sul piano squisitamente politico, ricevere le dimissioni da Presidente di Polimeni, diventerebbe valore di salute pubblica".

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