“Il testo del decreto Calabria, così come è stato modificato nei lavori parlamentari alla Camera, mi impone di votare no al Senato. E' stata, infatti, stravolta la parte in cui si prevedeva un diretto coinvolgimento dei sindaci calabresi nella filiera di comando della struttura commissariale alla sanità. Mi sono a lungo speso perché questa parte normativa venisse inserita nel decreto, convinto che le amministrazioni locali siano le uniche a conoscere i reali servizi sanitari sui territori e, quindi, gli unici in grado di contribuire a una concreta risoluzione delle tante questioni aperte della sanità calabrese".
"Purtroppo questa norma è stata inopitamente stralciata e ciò dovrebbe preoccupare l'intera delegazione dei senatori calabresi, quantomeno di coloro che appartengono al centrosinistra e alla maggioranza di Governo. Sono questi i temi su cui si misura la qualità dei gruppi dirigenti, di chi nutre l'ambizione di governare la Calabria e di chi ha veramente a cuore il destino della regione. Lo dico con grande amarezza, soprattutto guardando al dibattito che sta prendendo piede in Calabria in vista delle elezioni regionale: un confronto completamente sganciato dalla realtà, privo di contenuti e solo finalizzato all'autoconservazione".
"Mi auguro che alla mia voce di indignazione se ne aggiungano altre e mi spenderò fino all'ultimo in aula affinché questo grave passo falso venga recuperato. Se ciò non dovesse accadere, sarò mio malgrado costretto a votare no per tutelare fino in fondo i diritti dei calabresi”.
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