Deleghe al Comune di Catanzaro. Il consigliere Mirarchi: "Il sindaco non ha mantenuto alcune promesse"

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Antonio Mirarchi
  06 agosto 2021 15:01

"Non capisco il motivo di certe scelte, anche se so che la politica ha le sue regole. Che spesso mi sfuggono, lo confesso. Ma io sono, e resto, una persona qualunque, malgrado questo mio ruolo di pubblico amministratore ricoperto fin dal 2017. Un mandato banalmente ricevuto per volere della gente, di quella con cui mi confronto ogni giorno e alla quale, da consigliere come da semplice cittadino, sento il dovere di dare risposte. Spesso, però, in Comune non mi è possibile farlo, almeno in prima battuta, proprio per quelle regole di cui parlavo, definiamole così, che impediscono talvolta la soluzione dei problemi più spiccioli a vantaggio di interventi più complessi e di lunga realizzazione. In tale logica, quindi, rientrano purtroppo anche le promesse non mantenute. Impegni che ad esempio il sindaco Sergio Abramo aveva assunto, anche con il sottoscritto, salvo poi disattenderli con qualche banale e non specificata giustificazione. Un motivo di profonda delusione per me".

A esordire con il j'accuse - rivolto ad Abramo - il membro dell'assise di Palazzo De Nobili Antonio Mirarchi, il quale come al solito non le ha mandate a dire al sindaco che secondo lui non avrebbe mantenuto alcune promesse. E nel prosieguo del ragionamento da lui fatto attraverso questo comunicato stampa spiega meglio su cosa si basino le proprie doglianze: "La memoria non mi fa difetto e ricordo alla perfezione ciò che aveva assicurato Abramo durante gli incontri pre-elettorali nel quartiere marinaro, il mio peraltro, garantendo precisi provvedimenti per il miglioramento della vivibilità nella zona. Ebbene, giunto ormai quasi a fine corsa senza possibilità di ricandidatura, devo amaramente constatare che non solo non c'è traccia della stragrande maggioranza delle cose annunciate bensì anche delle delega sull'area a suo dire pronta per essere assegnata a me. E sì badi, parliamo di una carica assolutamente gratuita e inoltre non certo di un'attribuzione di poteri particolari. Ma sul punto Abramo, sempre forse per quei famosi motivi politici, ha deciso di fare il "Pinocchio", che tutti sanno essere il burattino della favola di Collodi a cui cresceva il naso per le bugie".

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Insomma, al solito salace il consigliere che a seguire rincara la dose: "Abramo è spesso abituato alle giravolte, tant'è vero che a un certo punto, probabilmente per impedirmi di avere la delega, aveva stoppato il loro conferimento e quindi negato l'assegnazione su altre tematiche importanti anche ai colleghi Andrea Amendola ed Emanuela Costanzo. Peccato, però, che nel 2012 per occuparsi di Lido aveva incaricato un altro componente del civico consesso, Eugenio Riccio, non a caso gergalmente definito dai cittadini "u sindacu da Marina". E soprattutto che adesso, dopo aver impedito a diversi consigliere di fruire della stessa funzione, sempre Abramo ha improvvisamente cambiato  idea, come di consueto, dando spazio al gruppo dell'Udc con deleghe per tutti i rappresentanti dello Scudocrociato. Si tratta di Enrico Consolante, Antonio Triffiletti e Giovanni Merante, a cui per giunta vanno i miei auguri di buon lavoro per la stima personale che ci lega, diciamo così beneficiati pur senza ottenere un assessorato con dunque un posto in una Giunta non mutabile proprio alla vigilia delle Regionali per non perdere voti preziosi di qualche escluso scontento".

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"Ma resta una vittoria per il Gruppo e Merante in particolare con cui sulla faccenda delle deleghe mi sono confrontato in parecchie occasioni. Chissà, allora, se lo sbaglio è stato commesso con Riccio o con il diniego successivo o ancora con l'ultimo dono elargito all'Udc. E già, bella domanda, anche se credo che nel chiederlo al diretto interessato mi sentirei rispondere: è la "politica bellezza". Frase di un sindaco in versione cinematografica, che però non potrebbe certo pronunciare la segretaria generale Vincenzo a Sica da cui vorrei ufficialmente sapere se tale atto è conforme a quanto prevedono le normative o meno. Se, in sostanza, si possono conferire. E lo vorrei per favore sapere in forma ufficiale. Ragion per cui - chiosa Mirarchi - è inutile rammaricarsi, se non per ribadire la mia lontananza più assoluta da un determinato modo di intendere il rapporto con le persone. E non mi riferisco soltanto a quelle che da anni, bontà loro, mi gratificato con il voto. Bensì a tutti coloro i quali si rivolgono a me, talvolta esasperati, in virtù di un bisogno contingente magari di vitale importanza che meritano ascolto e disponibilità".

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