Dibattito sulla facoltà di Medicina, Antonio Bevacqua: "Contro l'ignavia, la coerenza di Donato"

di ANTONIO BEVACQUA

Assisto sbigottito, da giorni, con riferimento alla querelle sull’istituzione di una nuova facoltà di medicina in Calabria ad un’alterazione, ad opera di molte persone elette alle varie cariche locali e nazionali, del significato stesso della politica. Negli interventi di donne e uomini che democraticamente hanno ricevuto il mandato popolare si leggono più spesso opinioni e raramente notizie di atti amministrativi o legislativi proposti o compiuti.

Da un bel pezzo  la politica è più frequentemente confusa col comunicato stampa, con la velina, quando non con il tweet, piuttosto che con l’organizzazione e l’amministrazione della vita pubblica. Ecco che allora sull’argomento che ci occupa, a difesa dei legittimi interessi della Città di Catanzaro c’è chi, ai diversi livelli: Governo, Parlamento,  Regione, Comune, si esercita in distaccate argomentazioni degne piuttosto di un osservatore esterno, quasi alieno alla problematica, e non, come invece dovrebbe essere, un soggetto vincolato dal mandato politico a compiere atti.

Ha fatto bene, pertanto, adempiendo così in maniera impeccabile al suo dovere di Consigliere Comunale di Catanzaro il Prof. Valerio Donato, in supplenza di tanta ignavia regionale, a dimostrare, norme alla mano, al Presidente Occhiuto quale debba essere il percorso da intraprendere. Atti, dunque, non dilatorie o inconferenti dissertazioni su presunti campanilismi e lotte fratricide.

Questo è il momento delle responsabilità, che sta a significare esattamente il dovere di fare la propria parte, costi quel che costi, non ultimo smascherando la presenza, e ce ne sono, di equilibri, convenienze e rendite di posizione perché non è più tempo nè di gattopardi né di cerchiobottisti.

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