La Corte di Cassazione, terza sezione civile, ha condannato in via definitiva l’ex pm di Catanzaro, Luigi De Magistris, per due articoli titolati "Le Mistificazioni del regime" e "Il giudice di Why not… non di Berlino", articoli poi ripresi da un quotidiano calabrese.
A far iniziare il processo era stato l'imprenditore Maurizio Mottola di Amato (difeso dall’avvocato Valerio Zimatore), legale rappresentante della Impremed spa, nonché marito del giudice Abigail Mellace, che ha svolto le funzioni di gup al Tribunale di Catanzaro nel processo "Why not".
Secondo Mottola di Amato "l'autore avrebbe riferito notizie false e incomplete sulla sua vicenda processuale senza dare conto del suo esito, contestualizzandole in un ambiente giudiziario caratterizzato a suo dire da indebiti aggiustamenti processuali e utilizzando espressioni denigratorie e lesive della sua reputazione personale e imprenditoriale".
L'imprenditore era stato coinvolto nell'inchiesta "Splendor" avviata nel 2004 al termine della quale, nel 2006, è stato assolto con formula piena. Nel 2012 il Tribunale di Catanzaro si era espresso con un non doversi procedere perché De Magistris non era punibile per immunità parlamentare (a quel tempo era europarlamentare). A novembre 2020 la Corte d’Appello del capoluogo calabrese ha condannato per diffamazione l’ex sindaco di Napoli.
Dopo la sentenza d’Appello l’ex pm aveva dichiarato di essere certo che la Cassazione avrebbe riformulato l’esito del secondo grado.
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