Nota del consigliere comunale Vincenzo Capellupo.
"In questi giorni la comunità scolastica catanzarese vive serie preoccupazioni per il dimensionamento scolastico in via di definizione nelle stanze dell’Amministrazione Provinciale.
Un dimensionamento frutto di pesanti tagli di bilancio che il governo nazionale ha impresso al mondo della scuola, condizionando pesantemente il futuro dell’istruzione pubblica e la qualità dell’offerta formativa per ragazze e ragazzi italiani.
Un problema nazionale che sta trovando la mobilitazione di sindacati, sindaci, insegnanti, genitori e studenti, intere comunità che scendono in piazza, tutti preoccupati per un passo che rischia di affossare la scuola italiana, incidendo sulla vita dei ragazzi, sugli insegnanti e non ultimo sul personale ATA che quotidianamente lavora con dedizione in un settore nevralgico per un paese libero e democratico
In Calabria le linee guida del dimensionamento approntate dalla Regione prevedono 14 autonomie scolastiche in meno nella provincia di Catanzaro dall’anno scolastico 2024/2025.
Ora la palla è passata in mano al Presidente della Provincia e al Consiglio Provinciale di Catanzaro che entro il 15 ottobre dovranno adottare il provvedimento che cambierà il volto della scuola nel nostro territorio.
La Provincia di Catanzaro, da quello che si apprende, avrebbe deciso di eseguire i tagli per lo più nella città di Catanzaro, con 7 autonomie in meno su 14 previste.
Catanzaro dovrà sobbarcarsi il peso maggiore del dimensionamento della provincia e questo vorrà dire che molte scuole saranno accorpate. Se pure queste riduzioni dovranno essere apportate in virtù delle norme nazionali, sarebbe bene ragionare con equilibrio sul nuovo assetto scolastico in provincia.
L’Amministrazione Provinciale non ha ancora riunito i dirigenti scolastici e i sindaci come sollecitato anche dalla Vicepresidente della Giunta Regionale Giusy Princi.
Sopprimere 7 autonomie a Catanzaro è troppo e alcuni accorpamenti paventati, che porteranno a scuole con ben oltre 2.000 studenti in città sono decisamente sproporzionati.
Si prefigurano addirittura istituti che dalle primarie, passando per le secondarie di primo grado, dovrebbero contenere altre quattro tipologie di scuole secondarie di secondo grado, senza guardare alle peculiarità e alla tradizione delle nostre scuole sul territorio. Altri casi in cui sono accorpati istituti e plessi da un lato all’altro della città. Scuole che rischiano di essere ingovernabili, al di là della competenza dei singoli dirigenti che si troveranno ad essere – loro malgrado - sempre più distanti dalle esigenze delle loro classi.
È una partita su cui la condivisione e la concertazione non possono mancare. I decisori in campo si facciano guidare dall’equilibrio per bilanciare gli effetti delle norme senza comprimere la sostenibilità nel governo delle scuole e senza compromettere la qualità dell’istruzione nella città di Catanzaro. Un bene primario per la società di oggi e di domani".