Dimensionamento scolastico, il Comune di Vibo non ci sta

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Il sindaco di Vibo, Maria Limardo

Limardo: "Abbiamo tutti i numeri affinché al Vibonese vengano riconosciute altre due autonomie. Non indietreggeremo"

  05 ottobre 2023 17:57

 

“Il Comune capoluogo non intende assistere passivamente al depauperamento di un patrimonio culturale quale è quello della scuola. Perché tagliare indiscriminatamente il numero di autonomie scolastiche significa incidere in maniera negativa su un assetto sociale imprescindibile per le comunità”. Lo afferma il sindaco di Vibo Valentia, Maria Limardo, che interviene con decisione in merito alla bozza del Piano di dimensionamento scolastico approntata dalla Provincia e che dovrà essere trasmessa, nei prossimi giorni, alla Regione Calabria. “La posizione del Comune capoluogo è chiara, ed è stata messa nero su bianco con apposita delibera di giunta lo scorso 22 settembre, portata all’attenzione dell’assemblea dei sindaci dall’assessore Fuscà nel corso dell’ultimo incontro in Provincia. Purtroppo il calo demografico che da anni si registra in tutto il Paese, e che risulta particolarmente marcato al Sud, non lascia indenne il nostro territorio. E dunque, comprendiamo bene che i freddi numeri dicano che la provincia di Vibo Valentia non potrà mantenere tutte le originarie 32 autonomie scolastiche, delle quali i sei istituti comprensivi del capoluogo. Ma sono quegli stessi numeri che dicono che al capoluogo toccano almeno, e ribadisco almeno, quattro autonomie, sebbene vi siano particolari condizioni per avanzare una richiesta di cinque. Di certo, non accetteremo, a nessun costo, che passi una proposta nella quale al capoluogo vengano assegnate tre sole autonomie scolastiche. D’altronde, limitandoci ad un mero calcolo sul divisore nazionale di 900, risulta che le autonomie da assegnare all’intero territorio provinciale, sulla base di quasi 21.000 studenti, siano oltre 23, e non già 21. E questo senza tenere in considerazione altri parametri, che potrebbero semmai innalzare e di certo non abbassare il numero di autonomie. Alla luce di queste considerazioni, il mio Comune non indietreggerà di un millimetro, ritenendo che vadano garantite almeno le altre due autonomie, una al capoluogo e una alla provincia, a prescindere da quali istituti verranno interessati, la qual cosa non è affare della politica. Ma garantire giustizia ed equità, questo sì, lo è”.

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