La dirigente scolastica, Antonella Mongiardo, in servizio a Lamezia Terme, ha scritto al ministro Valditara e ai vertici regionali per “smontare” l’equivoco circolato in questi giorni in merito al dimensionamento della provincia di Catanzaro, che potrebbe impattare fortemente sulla città di Lamezia Terme, con la soppressione di quattro dirigenze, l’istituzione di mega scuola fino a duemila alunni e lo smembramento di grandi istituti storici della città. “Le proposte di riorganizzazione della rete scolastica, da noi- dice la dirigente Mongiardo- hanno avuto la capacità di unire tutte le rappresentanze del mondo scolastico in un coro unanime di malcontento”.
Secondo alcuni politici locali queste soppressioni sarebbero il frutto di una volontà politica superiore, una specie di “pacco” tirato dall’alto in base a dei numeri presenti nelle linee guida della regione Calabria, che imporrebbero la cancellazione di 79 dirigenze in Calabria e 14 nella provincia di Catanzaro. Sempre dall’alto sarebbe stato imposta la soppressione di 4 dirigenze a Lamezia Terme.
Nella lettera aperta, Antonella Mongiardo svela l’arcano, dimostrando con numeri alla mano, come i politici locali abbiano preso un colossale abbaglio nel leggere a applicare le linee guida regionali, “forse per disinformazione o per poca dimestichezza con la materia scolastica”.
“In questa vicenda del dimensionamento provinciale- scrive la Preside - la cosa più sconcertante, a mio personale parere, è la maniera distorta in cui sono state lette le norme da parte di chi ha fatto credere all’opinione pubblica che fosse partito dalla regione Calabria una sorta di diktat sulla soppressione di un certo numero di dirigenze scolastiche autonome, in gran parte concentrate a Catanzaro e a Lamezia Terme. Si tratta di una affermazione falsa, non soltanto perché è stata smentita dalla stessa vicepresidente della Regione Giusi Princi, ma soprattutto perché deriva da una lettura sbagliata dei dati forniti dalle linee guida regionali. Da premettere, intanto, che Lei stesso, ministro Valditara, ha chiarito che la ratio della legge di bilancio è quella di eliminare il più possibile le reggenze e, dunque, favorire gli accorpamenti, creando nuovi presidi scolatici di 900/1000 alunni in base ai parametri indicati dal decreto interministeriale Mim/Mef. Tant’è vero che nelle linee-guida regionali si legge a tal proposito: “L’istituto della reggenza rappresenta una misura eccezionale motivata da esigenze specifiche e contingenti connesse alla gestione dell’organico da parte dell’USR (…)”.
La Mongiardo analizza, dunque, le norme. Nell’art. 1 del 0000127 del 30-06-2023 si legge: “Nell’anno scolastico 2024/2025 viene comunque garantito a ciascuna Regione un numero di sedi di dirigenza non inferiore a quello previsto mediante l’applicazione del parametro dimensionale previsto dall’articolo 19, comma 5 del richiamato decreto-legge 6 luglio 2011, n°98 “, che è 600 alunni (400 nei comuni montani, piccole isole e territori caratterizzati da specificità culturali, etniche e linguistiche.
E il decreto puntualizza che per l’anno scolastico 2024/2025 deve essere garantito che il numero delle sedi sia almeno pari al numero dei dirigenti scolastici in organico nella Regione.
Nella tabella allegata al decreto, il dato relativo alla Calabria è 281, cioè sono 281 le dirigenze scolastiche autonome in base ai parametri dimensionali della legge 111 del 2011.
Dunque, l’organico dirigenziale, per il prossimo anno scolastico, è quello corrispondente alle istituzioni scolastiche autonome in base alla legge 111. Viene anche precisato nel documento che, tenendo presente il parametro di 961, si possono ottenere anche più sedi rispetto al numero di dirigenti in organico nella regione.
“In altre parole- chiarisce Mongiardo- non è affatto vero che debbano essere ridotte le dirigenze scolastiche, perché, anzi, al contrario, in ogni regione il numero complessivo delle dirigenze scolastiche non deve essere intaccato e, se mai, si può aumentare il numero delle sedi rispetto al numero dei dirigenti in organico.
Veniamo, ora, all’equivoco sui numeri delle dirigenze da sopprimere. Si legge nelle linee guida: “Alla luce dell’assetto normativo delineato dalla legge di bilancio n. 97 del 19/12/22, attuativo della riorganizzazione del sistema prevista nel PNRR, a decorrere dall’a.s.2024/25, i criteri per la definizione del contingente organico dei dirigenti scolastici e dei d.s.g.a. dovranno tenere conto della popolazione scolastica regionale e degli sviluppi demografici nel prossimo triennio. Il numero delle autonomie riconosciute alla Regione Calabria per l’a.s.2024/25 (Schema di Decreto Interministeriale del MIM del 24/05/2023) è pari a 281, contro le 360 dell’anno precedente. Sono, pertanto, 79 le autonomie da “sopprimere” etc (…).
Questi numeri sono stati interpretati in maniera “creativa” da qualche politico, che si è ritrovato a mettere mani ad uno strumento delicatissimo, quale è a riorganizzazione della rete scolastica, senza però leggere con attenzione le istruzioni per l’uso. E ha capito che in Calabria si devono sopprimere 79 dirigenze scolastiche autonome!
Gli sarà sfuggito che il dato di 360 autonomie riferito all’anno precedente comprende le scuole con meno di 500 alunni e anche le scuole in deroga con popolazione scolastica compresa tra 500 e 600 alunni (o 300 - 400), le quali in questi ultimi anni hanno mantenuto l’autonomia grazie ad un emendamento “salvagente” che ha abbassato a 500 (300) i parametri dimensionali, “salvando” scuole che erano scese sotto le soglie dell’autonomia. Quest’emendamento non sarà più in vigore dal prossimo anno, pertanto, queste scuole, unitamente alle scuole al di sotto dei 500 alunni (cioè quelle in reggenza) vanno eliminate dal computo dell’organico dirigenziale. Ebbene, quante sono queste scuole in Calabria? Basta fare una sottrazione: 360 (istituzioni scolastiche calabresi relative all’a.s. 2023/24) meno 281 (scuole normo-dimensionate ai sensi della legge 111,) fa 79!. Ed ecco il famoso numero che ha creato tanta confusione. Evidentemente, la dicitura “dirigenze da sopprimere” presente nelle linee guida è stata fraintesa.
In conclusione, il numero – 79 non significa che vanno soppresse 79 dirigenze, ma solo che questo numero va eliminato dal computo totale delle scuole, al fine di ottenere l’organico dirigenziale del prossimo anno.
Le linee guida demandano, quindi, alle province la decisione su quali debbano essere queste scuole a cui confermare o togliere l’autonomia, prevedendo fusioni, accorpamenti o soppressioni. Come è stato chiarito dalla stessa vicepresidente della giunta regionale Giusi Princi, “le linee guida regionali, non prevedendo un tetto massimo o minimo, danno alle province la possibilità di scegliere quali autonomie tutelare sulla base dei bisogni regionali”.
I numeri contenuti nel documento sono solo dei parametri di riferimento su come riorganizzare la rete scolastica.
Dunque, nessun ordine dall’alto sulle dirigenze da sopprimere a Catanzaro o a Lamezia o in nessun altro luogo. E’, invece, una responsabilità esclusivamente delle province fare dei piani di fusioni o soppressioni, che, a parer mio, se fossero davvero sensati e rispettosi della ratio normativa, non dovrebbero intaccare dirigenze “vive e vegete”, ma dovrebbero creare nuovi presidi scolastici mediante accorpamenti di scuole che, di fatto, non sono più autonome o, in molti casi, non lo sono più da anni.
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