Si è concluso sabato a Maierato il convegno su “Diritto romano e postmodernità”, organizzato dalla Università Magna Graecia di Catanzaro con la collaborazione del Centro romanistico internazionale “Copanello”.
L’importante incontro di studio è stata l’occasione di una rilanciata presenza dell’Università Magna Graecia nel dibattito internazionale che – anche grazie al contributo della rete naturale costituita dagli studiosi del diritto romano – sta impegnando la riflessione su quali possano essere le forme giuridiche più appropriate a restituire efficacia al governo delle società contemporanee.
Le “conversazioni” seguite alle relazioni introduttive hanno registrato la presenza di studiosi di ogni latitudine e dimostrato il ruolo che la cultura “giuridica” (il lascito forse più importante del mondo antico) può ancora rivestire, benché il nostro tempo non si connoti più per i presupposti materiali sui quali essa si fondò. L’importante – hanno sottolineato tutti gli interventi – è che non se ne disperda la ragione ispiratrice. Focalizzare l’attenzione sul diritto – e non sulla legge, come era stato in antico fino ai Romani e come è rimasto ancora nella cultura occidentale di non troppi decenni addietro – resta la sola risposta all’esigenza di un governo delle relazioni umane che non sia affidato alla “forza” (in tutte le sue possibili manifestazioni ideologiche e materiali).
È il solo modo per rivitalizzare l’idea di una convivenza che viva di consenso e non di autorità. Particolarmente apprezzata è stata, in questa direzione, la relazione di apertura affidata a Salvatore Carrubba, già direttore de Il Sole 24 ore, ad una personalità estranea dunque al mondo del diritto romano e la cui autorevole parola ha potuto costituire perciò un più oggettivo richiamo alle difficoltà che attraversano le democrazie contemporanee, le quali restano tuttavia – come hanno a loro volta sottolineato le tre relazioni introduttive “romanistiche” dei professori Alessandro Corbino, Cosimo Cascione ed Andrea Lovato) – l’orizzonte comune necessario. I due giorni di intenso lavoro – segnati da una partecipazione nutrita ed autorevolissima di studiosi italiani, europei ed extra-europei – si sono aperti, sotto gli auspici della Regione Calabria che ha dato il proprio patrocinio alla manifestazione, con il saluto portato dai professori Isabella Piro e Geremia Romano, a nome dell’Università Magna Graecia. I lavori sono stati avviati dalla rievocazione (accompagnata da suggestive immagini) da parte di voci interne (come quella della professoressa Donatella Monteverdi, al tempo della nascita del convegno studente della neonata università) e di voci esterne, di studiosi cioè provenienti da prestigiosissime università di ogni parte di Europa.
Alla densa e coinvolgente relazione del professor Bernardo Santalucia (Firenze), presente a tutte le 17 edizioni del convegno, hanno aggiunto i loro ricordi i professori Bravo Bosch (Vigo), Chevreau (Paris II), Gerkens (Liegi), Milazzo e Musumeci (Catania), Urbanik (Varsavia), Wacke Colonia). Da remoto hanno rivolto il saluto ai partecipanti due storiche figure come quelle del Prof. Antonino Metro (Messina), che dei convegni fu (con il prof. Corbino) coordinatore, e del Prof. Luigi Labuna (Napoli Federico II), fondatore e presidente emerito del Premio Boulvert, nonché autorevolissima voce della romanistica internazionale contemporanea.
Tutti gli interventi hanno reso palpabile il ruolo dei convegni di Copanello. Per oltre 30 anni (dal 1982 al 2014), essi hanno costituito uno dei principali veicoli del rapido inserimento nei circuiti culturali internazionali della allora Facoltà giuridica catanzarese. Ricordarli non è stato un momento di nostalgia, ma di riflessione. A quel coinvolgente iniziale momento, si è aggiunta la lieta occasione del conferimento (per la terza volta in Calabria) del XII Premio internazionale “Gerard Boulvert” (e degli altri premi collegati), che una Giuria internazionale di altissimo prestigio (presieduta nelle due ultime edizioni da Alessandro Corbino) attribuisce alla migliore “opera prima” dell’ultimo triennio. Il prestigioso riconoscimento è andato ad un giovane studioso francese, il professore Guilhem Bartoletti, autore di uno studio sulle promesse a beneficio di una collettività. Riconoscimenti sono andati anche a Filippo Bonin, Sonja Dieckmann, Alessandro Grillone, Paola Pasquino, Annemarie Renz, Bastian Zhan, Isabella Zambotto. Sono seguite quindi le due intense giornate di lavoro, guidate nei loro previsti momenti dai professori Michel Humbert (Paris II), Antonio Palma (Napoli Federico II), Pascal Pichonnaz (Fribourg), Patrizia Giunti (Firenze), Carla Masi Doria (Napoli Federico II). Generale e convinto il grazie che tutti i partecipanti hanno espresso in chiusura alla prof.ssa Piro, magnifica organizzatrice e regista della riuscita iniziativa.
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