Disabilità, il PSI di Catanzaro: "Un orrore il solo concepire un pensiero del genere"

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  03 maggio 2024 13:13

Il Comitato Cittadino PSI di Catanzaro esprime forte preoccupazione per le dichiarazioni del generale Vannacci sulla creazione di classi separate, a scuola, per i bambini disabili. 

"Riteniamo un orrore il solo concepire un pensiero del genere. La scuola è un luogo di accoglienza e inclusione, dove si formano i futuri cittadini; cittadini che dovranno imparare a convivere in una società eterogenea e rispettando le regole nazionali e internazionali. Queste regole non prevedono nella maniera più assoluta la ghettizzazione e l’esclusione. Già dagli anni ‘70 nel nostro Paese si creò un movimento di opinione che spingeva a rivoluzionare l’approccio di esclusione e di segregazione allora dominante nel mondo della disabilità. A livello istituzionale la Commissione ministeriale presieduta dalla senatrice Franca Falcucci ebbe il compito di relazionare in merito al processo di integrazione nelle scuole italiane. La relazione finale fu diffusa nelle scuole tramite la CM 227 dell’8 agosto 1975 a firma dell’allora Ministro dell’Istruzione Malfatti. La decisione presa allora fu quella della piena integrazione, con l’abolizione delle classi speciali con l’emanazione della Legge 517/77. Inoltre, con questa legge si è tentato di attivare gli strumenti necessari per adempiere a tale obbligo: insegnanti di sostegno specializzati, numeri di alunni per classe non superiore a venti, interventi specialistici dello Stato e degli Enti Locali. A quarant'anni dalla loro emanazione tali indicazioni restano fondamentali per attuare la qualità dell'integrazione scolastica. Il percorso verso la piena inclusione progredisce negli anni a venire, fino a raggiungere un culmine, tra la fine degli anni ’80 e i primi anni ’90, quando vede la luce la legge quadro sui diritti delle persone con disabilità, la Legge 104 del 5 febbraio 1992. A livello europeo, nel marzo 2021 la Commissione Europea ha adottato la strategia per i diritti delle persone con disabilità 2021-2030. 

La strategia si basa sui risultati della precedente strategia europea sulla disabilità 2010-2020, che ha spianato la strada verso un’Europa senza barriere e verso l’emancipazione delle persone con disabilità, affinché possano godere dei loro diritti e partecipare pienamente alla società, all’istruzione e all’economia. Ma, probabilmente, tutto questo sfugge al generale Vannacci. Riproporre oggi la creazione di classi differenziali è tornare indietro in termini di civiltà. È vero, come lui sostiene, che moto spesso le scuole si trovano in grande difficoltà nel gestire situazioni di disabilità. Ma, invece di curare malamente il sintomo, sarebbe sicuramente più opportuno esaminarne la causa. Da decenni i vari governi, di destra e di sinistra, non si fanno scrupoli nel tagliare fondi alla scuola. Le scuole, molto spesso e soprattutto al Sud, sono collocate in strutture che, il più delle volte, non rispondono pienamente ai canoni di sicurezza ed efficienza richiesti. Per non parlare dei materiali che mancano, a cominciare dalle risme di carta per finire a materiali didattici. Spessissimo sono gli stessi docenti e i dirigenti che provvedono di tasca loro a sopperire a queste mancanze. I docenti di sostegno mancano e, tante volte, cambiano di anno in anno. Lo sa il generale Vannacci quanto sia destabilizzante per un bambino disabile cambiare puntualmente la sua docente di sostegno? Se davvero vuole occuparsi di scuola che cominci a risolvere questi di problemi. Il generale Vannacci non sa quanto i bimbi disabili possano insegnare ai loro compagni di classe e quanto questi ultimi possano essere di aiuto ai primi: gli alunni che lavorano con il compagno disabile migliorano moltissimo dal punto di vista della loro competenza metacognitiva e cooperativa. Ma tutto questo Vannacci, evidentemente, non lo sa. Come non sa i danni che si andrebbero ad aggiungere a quelli già esistenti con l’attuazione dell’autonomia differenziata. Il PSI ritiene che la scuola sia la vera partita su cui scommettere per il futuro e si opporrà a qualsiasi tentativo di riportarle indietro in termini di civiltà e inclusione. La scuola è una cosa seria e, chi non la conosce, dovrebbe riflettere seriamente prima di lanciarsi in pericolose affermazioni".

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