Disastro colposo ambientale nel mare del Lametino: tutti assolti (I NOMI)

di EDOARDO CORASANITI

Il fatto non sussiste. Il presunto disastro ambientale colposo al depuratore di Lamezia Terme e Nocera Tirinese non c’è.  
Finisce con l’assoluzione la vicenda giudiziaria che per 4 anni ha tenuto appesi Giancarlo Mongiat, Andrea Bertoncello, Salvatore Guadagnolo, Giulio Ricciuto, Salvatore Millitari, Giuseppe Scordo, Salvatore Russetti, Guido Bisceglia, Alberto Leone e Vincenzo Iavarone.

Accusati di disastro colposo, i dieci imputati all’epoca dei fatti (2004-2008) sono dirigenti, amministratori delle società di gestione delle risorse idriche, dell’impianto di depurazione di Lamezia Terme, responsabili della Provincia di Catanzaro e del Comune di Catanzaro.

A decretare la parola fine (almeno per il primo grado) è il Tribunale di Catanzaro, che oggi ha fatto esultare gli imputati e i loro avvocati, Nunzio Raimondi, Vincenzo Galeota, Candreva, Nunzio Sigillò.

L’ACCUSA:

Secondo la procura che nel 2015 ottiene il rinvio a giudizio per 10 dei 17 indagati iniziali, Mongiat, Bertoncello, Guadagnolo Ricciuto, Millitari, Scordo, Russetti, Bisceglia, Leone e Iavarone avrebbero cagionato, con imperizia, negligenza, imprudenza nella gestione degli impianti di Lamezia Terme e Nocera Tirinese, il disastro ambientale consistito nell’inquinamento grave e prolungato nel tempo delle acque marine, del fondale marino e delle spiagge del litorale tirrenico lametino. Eventi che sarebbero stati determinati dalla presenza di colibatteri superiori ai limiti consentiti dalla legge.

Per gli inquirenti, i reperti scaricati (mal depurati o non depurati affatto) sarebbero stati sversati nei pressi del mar Tirreno, con particolare riferimento dal litorale lametino che va da Curinga a Nocera Tirinese.

Nel processo sono costituite parte civili il ministero dell’Ambiente, il Comune di Lamezia Terme, Comune di Curinga, il Comune di Nocera Tirinese, il Comune di Gizzeria.

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