di MASSIMO PINNA
Una discarica abusiva e a due passi dal mare nel bel mezzo di querce secolari. E' quello che si può trovare nel territorio marino di Montepaone, a due passi da un noto resort.
Un territorio che dovrebbe essere gelosamente conservato e preservato per la grande ricchezza di questa particolare zona. Dove insistono particolari specie di querce secolari. Ma come si può notare anche dal video a cura di Vitambiente, la plastica ridotta a pezzettini si degrada infine arrivando a mare quando ormai è diventata microplastica. La più temibile per la flora e la fauna marina. Eppure, nel voler descrivere Calabria, non si può fare a meno di descrivere la sua straordinaria storia posta tra la forte cultura greco pitagorica, la tradizione democratica delle lotte per le terre e la contraddittoria condizione sociale ed economica. Tutto ciò, fa di questa terra, una realtà simbolica per quello che rappresenta essere quel mezzogiorno che ancora oggi, tenta la faticosa strada per il riscatto. Un paesaggio verista che sintetizza la sofferenza delle genti, quei volti piagati ma non piegati ,con gli aspetti più salienti di questa natura che esprime l’attaccamento alla vita malgrado tutto. Un chiaro esempio è dato dalla osservazione di svariate specie vegetali che mostrano caratteristiche anatomiche e fisiologiche peculiari atte a garantire la sopravvivenza in questi luoghi affascinanti ma altresì difficili.
A titolo d’esempio il Quercus suber L., la quercia da sughero o sughera. Un albero sempreverde della famiglia delle Fagacee. Originaria dell'Europa sud-occidentale e dell'Africa nord-occidentale è da tempi remoti naturalizzata e spontanea in tutto il bacino occidentale del mar Mediterraneo, molto longeva e può diventare plurisecolare(la vita media è di 250-300 anni, diminuisce negli esemplari sfruttati per il sughero). Ha un portamento arboreo, con altezza che può raggiungere i 20 metri e chioma lassa ed espansa. La caratteristica più evidente di questa specie è il notevole sviluppo in spessore del ritidoma, che non si distacca mai dalla corteccia, formando un rivestimento suberoso. Specie termofila (soffre e può morire a periodi prolungati di temperature sotto i -5 °C), predilige ambienti caldi e moderatamente siccitosi. Vegeta prevalentemente su suoli derivati da rocce a matrice acida (graniti e granitoidi, trachiti, scisti granitici, filladi), diventando sporadica nei suoli basaltici e in quelli calcarei.
In Italia la riscontriamo soventemente nelle zone più calde del Lauretum spingendosi fino ai 900 metri d'altitudine in alcune zone della Sicilia Calabria e della Sardegna sud-occidentale, dove forma piccole estensioni boschive come nel caso da noi descritto. Piuttosto che lungo la fascia costiera meridionale della Toscana e nelle limitrofe aree pianeggianti e collinari della Maremma grossetana; più sporadica nel Lazio e in Puglia, assai rara in Liguria.
Dal punto di vista ecologico occupa la stessa nicchia del leccio diventando nel tempo, competitiva nei suoi confronti a causa di vari fattori concomitanti. A differenza della lecceta pura, la sughereta è un bosco aperto che permette la crescita di una vegetazione erbacea e arbustiva utilizzabile per la pastorizia, perciò compatibile con l'allevamento estensivo.
Possiamo pertanto affermare di vivere in luoghi in cui, dalle dune sulle spiagge, all’Aspromonte, si possono osservare diverse specie botaniche che caratterizzano peculiari fitocenosi e quindi anche scorci paesaggistici veramente unici accessoriati ancora oggi, dall’empatia dei piccoli nuclei urbani abbarbicati su queste colline che affacciano sul golfo di Squillace. A completare le chiavi di lettura si pongono natura, ambiente, ecologia ma forse ormai non più cultura.
Ma oggi in Calabria, come nell'esempio di Montepaone, a deturpare questa ricchezza ambientale ci pensa l'inciviltà, la mancata attenzione dei governi e il conseguente pessimo controllo del territorio per una salvaguardia inesistente del nostro patrimonio naturalistico.
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