Crisi senza fine per il mondo dei locali da ballo chiusi ormai da un anno, a parte una breve parentesi estiva, e ben lontani dal vedere la benché minima luce in fondo al tunnel. A testimonianza della catastrofe che si è abbattuta sul settore più colpito dalla pandemia numeri impietosi, che purtroppo esprimono chiaramente quanto sia difficile la situazione. Delle 2800 aziende che compongono un comparto fondamentale, anche per l’attrattività turistica del paese, il 30% ha già chiuso definitivamente i battenti. Parliamo di circa 840 imprese che danno lavoro a migliaia di persone, per non parlare di tutto l’indotto che generano. Un numero spaventoso che, senza interventi immediati, potrebbe addirittura raddoppiare entro la primavera. Se poi guardiamo ai fatturati la situazione non è certo migliore. Su un giro d’affari annuo di circa 1,8 miliardi sono andati in fumo 1 miliardo e mezzo, ben più dell’80% del totale.
“Siamo davanti a una crisi senza precedenti che sta letteralmente distruggendo le nostre aziende, - sottolinea Maurizio Pasca, il Presidente di SILB-Fipe, Il Sindacato Italiano dei Locali da Ballo, la più importante associazione italiana di categoria che raduna il 90% delle imprese del comparto censite dalla Camera di Commercio - e la cosa che fa più male è che sembra che questo non interessi a nessuno. Siamo fermi praticamente da un anno perdendo quasi tutto il fatturato e i ristori che ci hanno destinato ammontano a 2 milioni di euro. Due milioni a fronte di una perdita di un miliardo e mezzo, c’è bisogno di commentare? Come possiamo andare avanti in queste condizioni?”
“Tra l’altro ho la sensazione che la discoteca sia associato a qualcosa di brutto e cattivo. Chiariamo una volta per tutte che non è così! I nostri locali sono luoghi di socialità e aggregazione sana, ma soprattutto luoghi sicuri e controllati. Non possiamo accettare di essere abbandonati a noi stessi in questo modo. Mi aspetto dal nuovo Esecutivo un deciso cambio di direzione che possa finalmente aprire gli occhi sulla tragedia che stiamo vivendo. Urgono aiuti concreti altrimenti delle nostre aziende rimarranno macerie!" - conclude Pasca.
Gli fa eco il noto DJ Christian Marchi: “Il nostro settore, quello dell’intrattenimento, merita più rispetto! I locali non sono quello che spesso si vuol far credere e poche mele marce non possono danneggiare la stragrande maggioranza di imprenditori che lavora seriamente. In ogni caso i ragazzi dovranno tornare a vivere la propria socialità in luoghi sicuri e controllati. Per questo è ora di pensare a un piano per ripartire, magari con nuove modalità, che possa garantire la sicurezza di tutti e che ci consenta di lavorare per tenere in vita un comparto in estrema difficoltà, fatto di professionisti e di tante famiglie al seguito che meritano risposte concrete e maggiore attenzione!”
Ulteriore commento sull’importanza di vivere nel modo giusto i locali da ballo arriva da Luigina Bucci, Presidente del COGEU: “In questo periodo stiamo purtroppo assistendo ad un aumento della violenza tra i giovani che si aggregano spontaneamente per strada, al di fuori di luoghi sicuri. Proprio alla luce di questa situazione crediamo sia necessario un piano per ripartire che possa dare la giusta attenzione al benessere dei nostri ragazzi, sicuramente molto colpiti dalle limitazioni sociali a cui tutti siamo stati costretti. In questo senso dobbiamo ripensare alle modalità di intrattenimento, con la diffusione di un vero e proprio manifesto del divertimento in sicurezza nelle discoteche di Italia.”
“Infatti - continua Luigina Bucci - proprio le discoteche, non devono essere percepite come un luogo ostile e malsano, ma come un posto sicuro dove vivere in modo sano e controllato la socialità, una vera opportunità di rinascita. Va da sé che dell’iniziativa non faranno parte quei pochi che, non rispettando le regole, gettano una cattiva luce su tutto il comparto. Si tratta di un progetto ambizioso e necessario che ci vede protagonisti insieme al Silb, che ringraziamo per la disponibilità e la collaborazione che ci ha offerto nonostante la profonda crisi del settore”
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