"Discriminata sul lavoro in quanto mamma". La Multinazionale Manpower condannata dal Tribunale di Catanzaro

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Il Tribunale di Catanzaro
  06 febbraio 2021 09:44

Brutta tegola per Manpower, colosso del settore somministrazione del lavoro, condannato dal Tribunale del Lavoro di Catanzaro per comportamento discriminatorio.

Secondo i giudici, alla lavoratrice S. B. è stato impedito di svolgere la propria attività a causa della sua condizione di madre. Si tratta di una vicenda purtroppo simile ad altre con protagoniste donne nella medesima condizione. Nella sentenza n. 62/2021 del 29 gennaio scorso, emessa in accoglimento del ricorso avanzato dall'avvocato Danilo Colabraro è evidenziato come risulti più "semplice" "soddisfare l'interesse del cliente utilizzatore somministrando a questi un lavoratore o una lavoratrice non in stato di gravidanza, piuttosto che una dipendente “problematica”, qual è una lavoratrice madre, con il sempre correlato “pericolo” dell’esercizio dei diritti ad essa garantiti per legge e per contratto".

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Eppure, fin dall'assunzione a tempo indeterminato, S. B. ha sempre lavorato raggiungendo soddisfacenti risultati non solo per Manpower, ma anche per l'impresa utilizzatrice. Nel caso specifico: una grossa multinazionale. Tuttavia, una volta terminata l'astensione obbligatoria per maternità, a S. B. veniva preferita un'altra lavoratrice senza figli per lo svolgimento delle stesse identiche mansioni. Tale decisione è stata però ritenuta illegittima, perché discriminatoria, dal Tribunale del Lavoro, che ha obbligato Manpower a risarcire la lavoratrice.

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"È una sentenza molto importante - ha dichiarato l'avvocato Danilo Colabraro, che a tutela delle lavoratrici discriminate ha già conseguito numerose vittorie -. La discriminazione di genere è purtroppo ancora  terreno poco battuto nei nostri tribunali, nonostante sia conclamato che le donne, e tanto più le mamme, abbiano maggiore difficoltà a entrare nel mondo del lavoro e a rimanerci in condizione di parità".

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