Il sindaco di Lamezia Terme, Paolo Mascaro, nell’ottica propositiva di utilizzare tutti gli strumenti fondamentali di progettazione territoriale, ha promosso presso la Casa Comunale un incontro utile ad assumere di concerto con i rappresentanti istituzionali, quelli associativi di categoria e dell’impresa agricola locale, oltre al coinvolgimento dei principali centri di ricerca e studio del territorio calabrese, le prime determinazioni operative utili alla costituzione del Distretto del Cibo del Lametino.
L’appuntamento, che per l’occasione ha registrato numerose adesioni, dove tutti i presenti hanno mostrato un’apprezzabile sensibilità al tema, oltre a una concreta disponibilità e condivisione sulle azioni da intraprendere, è servito a porre le basi del livello di partecipazione e futura collaborazione di tutti i soggetti coinvolti, rispetto alle possibili progettualità future che caratterizzeranno il piano di azione, sviluppo e promozione dell’istituendo organismo.
“La costituzione di un Distretto del Cibo nella nostra area - ha dichiarato nel suo intervento introduttivo il sindaco Mascaro - è fondamentale per la strategia di rilancio del territorio lametino. Questo modello, basato su un partenariato pubblico-privato locale e su un sistema di governance multilivello, che vogliamo strutturare e realizzare in tempi celeri e con azioni ben definite e trasparenti, oltre a rappresentare un valido strumento di amministrazione dei sistemi rurali va considerato soprattutto come una scelta innovativa di tutto il nostro territorio. Costituiremo un tavolo tecnico operativo e in tempi brevissimi delineeremo le linee di intervento su cui costruire il futuro di questo importantissimo strumento”.
All’importanza iniziativa proposta dal primo cittadino di Lamezia Terme, erano presenti i sindaci di Curinga, Conflenti, San Mango d’Aquino e Maida (il sindaco era presente anche in rappresentanza dei colleghi dell’Unione dei Comuni “Monte Contessa”, che oltre a quelli già presenti include i comuni di Cortale, Jacurso e San Pietro a Maida).
Esplicativo l’intervento del presidente regionale di Acli Terra Calabria, Pino Campisi, che ha dichiarato come “già da due anni ci si impegna su tutto il territorio regionale per promuovere la cultura e la nascita dei Distretti del Cibo, strumenti di progettazione di sviluppo locale in rete che possono far dialogare tutti gli attori di promozione sociale e di presenze socio-istituzionali-imprenditoriali per istituzionalizzare un nuovo modo di fare sviluppo e una nuova generazione di operatori economici”.
Il modello dei Distretti del Cibo, che nascono nel 2017 con una narrativa legislativa, traccia molteplici obiettivi, descritti per l’occasione ai presenti dall’esperto di politiche di sviluppo territoriale, Cosimo Cuomo: “Questo importante strumento, da istituire a breve su tutto il territorio calabrese secondo quanto stabilito dalla legge nazionale e dai riferimenti regionali esistenti a riguardo, soprattutto per usufruire dei fondi messi a disposizione dal MIPAF con appositi bandi, ha come principale finalità la promozione dello sviluppo locale-territoriale, da unire alla creazione di relazioni sociali dal basso in un contesto produttivo di qualità, per sostenere la coesione e l'inclusione sociale. Oltre alla creazione di nuove imprese e di nuovi posti di lavoro, la peculiarità di questo modello - ha detto Cuomo - sta nel favorire l'integrazione di attività caratterizzate da prossimità territoriale, che possono garantire una maggiore sicurezza alimentare e far diminuire l'impatto ambientale delle produzioni, riducendo lo spreco alimentare e salvaguardando il territorio e il paesaggio rurale attraverso le attività agricole e agroalimentari”.
Nasce da questa serie di prospettive, incluse nella creazione dei Distretti del Cibo, una strategia finalizzata alla formulazione di specifici progetti, che dovranno coinvolgere un’ampia rosa di soggetti che operano nei comparti del turismo enogastronomico. Visione, operatività ed elementi organizzativi sono stati illustrati dall’esperto di marketing territoriale, Valerio Caparelli, che ha prospettato ai partecipanti come prevedere una serie di possibili interventi nella struttura dei Distretti del Cibo, che possono rappresentare anche un luogo-attrattore per il rilancio dei beni culturali e di quelli religiosi del territorio.
“Insieme alle amministrazioni comunali, creando un brand identitario da esportare a livello nazionale e internazionale, si metteranno in rete le imprese agricole artigiane, i cittadini, le associazioni professionali e socio-culturali - ha affermato Caparelli -, con l’obiettivo di rilanciare un’economia di qualità del territorio, sia entro i confini regionali e nazionali, sia attraverso l’esportazione delle produzioni”.
Un messaggio di sostegno all’iniziativa è stato inviato per l’occasione da don Fabio Stanizzo, responsabile dell’Ufficio Problemi Sociali e del Lavoro della Diocesi di Lamezia Terme, e da referenti dell’Università “Magna Grecia” di Catanzaro. All’incontro tenutosi nel Comune di Lamezia Terme erano presenti responsabili e rappresentanti di: Acli Terra Calabria; ARSAC; Fondazione Terina; Coldiretti Calabria; Accademia delle Tradizioni Enogastronomiche di Calabria; Rete Calabria Condivisa; Associazione Caduceo; Lamezia Europa SPA; SACAL; FederAgri (MCL); Consorzio DOP Lamezia; Parco Agricolo Calabria; Associazione Revolution; Circolo ACLI “Don Saverio Gatti”.
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