Nadia De Munari, la volontaria vicentina uccisa a Chimbote nei giorni scorsi, sarà ricordata dal vescovo della Diocesi di Lamezia Terme, monsignor Giuseppe Schillaci, in una Messa che celebrerà domani alle ore 19 nella chiesa di Santa Maria Cattolica in Maida.
“Nadia – ha dichiarato a Vatican News Massimo Casa dell'Operazione Mato Grosso di Schio - era innamorata del suo servizio ai bambini, e del suo sogno di regalare a loro amore, affetti e punti di riferimento, per curare una societa' che e' malata nel profondo”.
Trovata agonizzante nella sua stanza con gravi ferite alla testa a causa di un'aggressione, Nadia, 50 anni, era originaria di Giavenale, quartieri di Schio, in provincia di Vicenza e si era trasferita in America Latina nel 1995 dove, nell'ambito dell'operazione Mato Grosso di cui era tra le piu' attive animatrici, si occupava della gestione di sei asili e di una scuola elementare in una baraccopoli a Nuevo Chimbote per un totale di 500 bambini.
“La felicita' – disse Nadia nel corso di un'intervista ad una radio peruviana - non consiste nell'accumulare ricchezze, ma nel regalarle e condividerle: un gesto, un sorriso, un aiuto agli altri”.
Una frase che oggi sembra essere il testamento spirituale di una donna che aveva dedicato la sua vita ad aiutare i piu' deboli ed indifesi e che, diplomatasi all'Istituto magistrale delle suore canossiane di Schio ed abilitata all'insegnamento nella scuola materna, sollecitava tutti: “Aiutiamoci a essere contenti in un mondo dove pochi lo sono”
Nadia De Munari, la volontaria vicentina uccisa a Chimbote nei giorni scorsi, sara' ricordata dal vescovo della Diocesi di Lamezia Terme, monsignor Giuseppe Schillaci, in una Messa che celebrera' domani, mercoledi' 28 aprile, alle ore 19 nella chiesa di Santa Maria Cattolica in Maida.
“Nadia – ha dichiarato a Vatican News Massimo Casa dell'Operazione Mato Grosso di Schio - era innamorata del suo servizio ai bambini, e del suo sogno di regalare a loro amore, affetti e punti di riferimento, per curare una societa' che e' malata nel profondo”.
Trovata agonizzante nella sua stanza con gravi ferite alla testa a causa di un'aggressione, Nadia, 50 anni, era originaria di Giavenale, quartieri di Schio, in provincia di Vicenza e si era trasferita in America Latina nel 1995 dove, nell'ambito dell'operazione Mato Grosso di cui era tra le piu' attive animatrici, si occupava della gestione di sei asili e di una scuola elementare in una baraccopoli a Nuevo Chimbote per un totale di 500 bambini.
“La felicita' – disse Nadia nel corso di un'intervista ad una radio peruviana - non consiste nell'accumulare ricchezze, ma nel regalarle e condividerle: un gesto, un sorriso, un aiuto agli altri”.
Una frase che oggi sembra essere il testamento spirituale di una donna che aveva dedicato la sua vita ad aiutare i piu' deboli ed indifesi e che, diplomatasi all'Istituto magistrale delle suore canossiane di Schio ed abilitata all'insegnamento nella scuola materna, sollecitava tutti: “Aiutiamoci a essere contenti in un mondo dove pochi lo sono”.
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