di DON ANDREA PERRELLI
Domenica delle "piaghe di Lazzaro" ho meditato, varcando il Camposanto, il brano del Vangelo che avrei proclamato nella Messa Domenicale. Questa sera rientrando dal Cimitero desidero che tutti noi meditiamo i preziosi insegnamenti che il Vescovo don Tonino Bello ha scritto guardando il "Crocifisso" del Duomo di Molfetta. Mentre con i nostri morti stendiamo su quel corpo crivellato, con le palme delle mani, il balsamo della nostra preghiera e dei nostri ricordi perché possa maturare in tutti noi uno stile di vita cristiano coerente alla radicalità del Vangelo, vi invito riflettere sulle parole dell’amato Servo di Dio:
"Nel Duomo vecchio di Molfetta c'è un grande Crocifisso di terracotta. L'ha donato, qualche anno fa, uno scultore del luogo. Il parroco, in attesa di sistemarlo definitivamente, l'ha addossato alla parete della sagrestia, e vi ha apposto un cartoncino con la scritta: «collocazione provvisoria". La scritta, che in un primo momento avevo scambiato come intitolazione dell'opera, mi è parsa provvidenzialmente ispirata, al punto che ho pregato il parroco di non rimuovere per nessuna ragione il Crocifisso di li, da quella parete nuda, da quella posizione precaria, con quel cartoncino ingiallito. Collocazione provvisoria. Penso che non ci sia formula migliore per definire la Croce. La mia, la tua croce, non solo quella di Cristo... Coraggio. La tua croce, anche se durasse tutta la vita, è sempre "collocazione provvisoria". Il Calvario, dove essa è piantata, non è zona residenziale. E il terreno di questa collina, dove si consuma la tua sofferenza, non si venderà mai come suolo edificatorio...
Coraggio... Tra poco, il buio cederà il posto alla luce, la terra riacquisterà i suoi colori verginali, e il sole della Pasqua irromperà tra le nuvole in fuga” (don Tonino Bello, Vescovo). “Chi sa che qualcuno, complice la poesia, non venga più facilmente indotto a cambiare genere di vita”(don Tonino Bello, Vescovo).
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