“Donne custodi, donne combattenti”: presentato a Soverato il libro del magistrato Marisa Manzini

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Wanda Ferro, Elisa Chiriano, Marisa Manzini e Sabrina Rondinelli
  24 agosto 2022 15:25

di FRANCESCO IULIANO

La figura delle donne all’interno delle organizzazioni criminali. Donne che hanno avuto il coraggio di rompere la sacralità e l’inviolabilità del vincolo di sangue che è la forza delle “famiglie”.

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C’è tutto questo nel libro del sostituto procuratore aggiunto della Procura generale di Catanzaro, Marisa Manzini dal titolo “Donne custodi donne combattenti. La signoria della ‘ndrangheta su territori e persone”, edito da Rubettino.

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Il volume è stato presentato a Soverato nel corso di un incontro organizzato dalla libreria “Non ci resta che leggere” ed allestito negli spazi esterni di via Solferino, 1. A dialogare con l’autrice, Elisa Chiriano. Hanno partecipato all’incontro anche l’onorevole di Fratelli d’Italia, segretaria della commissione parlamentare Antimafia, Wanda Ferro e l’avvocato del Foro di Catanzaro, Sabrina Rondinelli.

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“Con questo mio libro - ha commentato Marisa Manzini - ho voluto sottolineare quali sono e quanti sono i ruoli che le donne posso assumere all'interno delle organizzazioni criminali, ma anche come sia importante che sempre più donne siano combattenti all’interno delle loro famiglie. Donne che, ad un certo punto della vita decidono, per tutelare il futuro dei propri figli, di stare dalla parte dello Stato”.

Un incontro che ha visto la partecipazione anche di alcuni studenti delle classi seconde e quarte del liceo scientifico statale “Antonio Guarasci” di Soverato. “Sono contenta di vedere dei giovani, delle ragazze, che hanno dimostrato interesse per una tematica come quella trattata nel mio libro. Credo che sia veramente importante che i nostri giovani conoscano quello che è il fenomeno che per anni - ma ahimè per molti altri anni ancora - ha danneggiato questa nostra regione”.

Un libro che scava all’interno delle organizzazioni criminali, che aiuta i lettori a capire il fenomeno della ‘ndrangheta e che mette a fuoco la figura della donna all’interno delle famiglie.

“Quelle raccontate dalla dottoressa Manzini - ha detto Wanda Ferro  - sono donne ribelli, donne combattenti  che hanno dimostrato, con le loro scelte, di poter combattere e sconfiggere un sistema. Di potersi ribellare al sistema. In tutto questo, però, anche lo Stato deve fare la sua parte, deve fare di più per dare a queste donne gli strumenti giusti per andare avanti nel loro progetto di rivincita. La presenza degli studenti a questo incontro - ha aggiunto - è la dimostrazione che anche nelle nuove generazioni c’è la voglia di cambiare.”

Un libro (il secondo in ordine di uscita per Marisa Manzini dopo “Fai silenzio ca parrasti assai” del 2018), “molto importante” - per Sabrina Rondinelli - “perché c’è il racconto di esperienze vissute in prima persona dal magistrato. Storie di donne che hanno scelto la strada della collaborazione in segno di ribellione ad una cultura mafiosa”.

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