Dopo l'incidente mortale, a San Ferdinando sciopero dei braccianti nel nome di Gassama Gora: bloccato il quadrivio di Gioia Tauro

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images Dopo l'incidente mortale, a San Ferdinando sciopero dei braccianti nel nome di Gassama Gora: bloccato il quadrivio di Gioia Tauro

I lavoratori stranieri chiedono casa, diritti e dignità.

  21 dicembre 2020 09:34

Hanno incrociato le braccia e sono scesi in piazza per protestare dopo la morte di Gassama Gora, investito e ucciso a Gioia Tauro nei giorni scorsi mentre rincasava a bordo di una bici, i braccianti ospiti della tendopoli di San Ferdinando, in Calabria. L'investitore non si era fermato ed è stato rintracciato e arrestato dopo qualche ora. Dalla tendopoli si è snodato una corteo per chiedere "casa, diritti e dignità".

"Oggi nessuno va al lavoro - hanno spiegato gli organizzatori della manifestazione - perché un amico e fratello, dopo una vita di razzismo e sfruttamento, da quel razzismo è stato ucciso. La rabbia è troppa, non restare zitti, scendere in strada per ricordare Gora e lottare contro tutto questo è l'unica arma che ci resta".

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"Un altro fratello ucciso, un'altra morte - è scritto in una lettera aperta dei migranti - che si poteva evitare. Per questo, per tutta la giornata di oggi noi lavoratori della terra saremo in sciopero. Non troverete nessuno di noi nei campi, nei magazzini e nelle serre. Siamo stanchi di essere sfruttati e ammazzati dagli stessi che di giorno ci obbligano a lavorare senza contratti né garanzie nei campi, a vivere come animali e la sera ci tirano giù come birilli, perché la vita di un africano non conta. Non siamo braccia, siamo uomini".

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"Da decenni ormai - riporta ancora il testo della lettera - veniamo qui per lavorare e senza le nostre braccia non ci sarebbero frutta e verdura né sugli scaffali, né sulle tavole ma questo non importa. Nonostante le promesse che arrivano ad ogni stagione, per noi non ci sono mai stati e continuano a non esserci alloggi decenti, contratti regolari, certezza e celerità nel rinnovo dei documenti, con lungaggini che ci costringono a rimanere qui per mesi. Vogliamo casa, diritti, documenti e lavoro regolare, vogliamo vivere una vita dignitosa come ogni essere umano meriterebbe. Schiavi mai".

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Ha raggiunto Gioia Tauro il corteo dei migranti ospiti della tendopoli di San Ferdinando che stamani hanno incrociato le braccia scioperando per chiedere interventi immediati dopo la morte di un bracciante di nazionalità maliana travolto e ucciso da un'auto la scorsa settimana. Il gruppo, che chiede di avere un incontro con il prefetto di Reggio Calabria, si è fermato all'altezza del quadrivio Sbaglia della città del Porto occupando la sede stradale e provocando il blocco del traffico.

Disagi per gli automobilisti. Sul posto sono presenti sindacalisti e mediatori culturali. Al momento la manifestazione si sta svolgendo senza particolari problemi. Per il servizio d'ordine ci sono le forze dell'ordine.

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