Dossier. Estate in Calabria: dallo Jonio al Tirreno gli operatori turistici si raccontano (VIDEO)

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A Gizzeria l’Hang Loose Beach, mecca per gli amanti degli sport velici, resterà senza mondiali di kitesurf, annullati in via precauzionale

  11 giugno 2020 09:18

di VALENTINA CELI

Un'estate all'insegna del distanziamento sociale: i lidi riaprono con le nuove linee guida, ma c'è ancora incertezza per gli accessi alle spiagge libere. L'ipotesi di un'app per prenotare un posto a riva.

Con i suoi quasi 800 chilometri di coste e le sue 14 Bandiere blu, la Terra dei due mari punta tutto sul turismo balneare. Ma, ai primi di giugno la stagione balneare è in ritardo per via delle chiusure imposte dal Governo per combattere il Coronavirus: l’accesso a spiagge e stabilimenti è stato consentito solo dallo scorso 18 maggio. A farne le spese sono i gestori, che devono fronteggiare un aumento dei costi di oltre il 200% e un sicuro calo dei ricavi per adeguare i propri lidi alle disposizioni in materia di sicurezza e sanificazione. Tant’è che alcuni hanno deciso di non riaprire.

A Montepaone Lido, località turistica in provincia di Catanzaro, la spiaggia è ancora deserta, nonostante già in questo periodo la temperatura abbia toccato punte di 27-28 gradi. Di ombrelloni, nemmeno l’ombra. «Solo pochi giorni fa abbiamo ricevuto le linee guida dalla Regione Calabria – racconta Antonio, proprietario del lido Brondi’s – e ci siamo subito messi al lavoro. Abbiamo già perso troppo». Alle sue spalle, una ruspa spiana incessantemente la battigia: è una corsa contro il tempo per tentare di aprire al più presto. Sulla struttura si vedono gli effetti dei decreti: cartelli, frecce e scotch colorato per delimitare percorsi e spazi; tavoli ridotti e distanziati; prodotti igienizzanti a portata di mano, dall’ingresso alle toilette.


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In Calabria la crisi si insinua in un tessuto socio-economico già fragile, che trova sollievo solo grazie all’afflusso di turisti concentrato durante i mesi estivi. In confronto ai dati del 2019, solo nei mesi di marzo, aprile e maggio, nel settore turistico sono andati in fumo oltre 50 milioni di euro. Tantissimi lavoratori stagionali e precari, quest’anno non troveranno impiego. «A malincuore ho dovuto lasciare a casa 4 collaboratori – spiega ancora Antonio – perché, con oltre 50 posti in meno al ristorante del lido,  non rientravo nelle spese».

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Anche sul versante tirrenico la situazione è tutta in divenire. Persino le strutture più ampie e quotate subiscono il contraccolpo del lockdown. «Non vorrei parlare di numeri – dice Luca, proprietario di Hang Loose Beach, a Gizzeria perché si tratta di stime. Ma considerando che solitamente apriamo già da aprile, questi due mesi di chiusura si sono fatti sentire». L’Hang Loose Beach è una mecca per gli amanti degli sport velici, che sfruttano le immancabili correnti per volteggiare fra cielo e mare. Qui a giugno erano in programma i mondiali di kitesurf, annullati in via precauzionale. «La competizione attira oltre mille persone – precisa Luca – fra concorrenti, staff e appassionati. Non ci ho perso solo io, ma tutto il comparto turistico». Con mancati guadagni che si aggirerebbero su cifre a 5 zeri.

Sarà un’estate diversa dal solito anche per chi deciderà di sfruttare le tantissime spiagge libere. Si parla però di accessi contingentati, da calcolare in base all’affluenza e alla metratura della spiaggia, per evitare assembramenti. Il controllo delle spiagge libere ricade sui Comuni, quindi toccherà a loro monitorare costantemente il litorale. Per questo si stanno mettendo a punto delle app per la prenotazione degli ingressi e si cercano volontari che invitino i bagnanti a mantenere le distanze. Nonostante l’estate sia alle porte, anche queste soluzioni sono in fase embrionale. A livello regionale ancora mancano direttive precise. Sull’argomento abbiamo sentito l’assessore regionale al turismo Fausto Orsomarso : «Abbiamo già dato i fondi straordinari per la pulizia ai comuni costieri  ma è ovvio che per le spiagge libere dobbiamo coordinarci con i sindaci». 

La Regione è impegnata a promuovere l’immagine di una Calabria sicura, “a contagi zero”, per attrarre sempre più turisti. Per i cittadini è stato garantito un bonus vacanza aggiuntivo, da spendere nelle strutture balneari locali. Strutture che cercano di recuperare anche nella ristorazione, col “beach delivery”: con l’app Cibilio si potrà ordinare il pranzo al proprio lido, per averlo consegnato sotto l’ombrellone. Un esperimento che parte proprio dai lidi calabresi. «Sicuramente soffriremo per la mancanza di turisti internazionali – commenta ancora l’assessore Orsomarsoe per la perdita di tanti lavori. Ma la stagione davanti a noi si può ancora salvare. La Calabria ha tutte le carte in regola per candidarsi a regione “No-Covid” e ripartire». 

 

 

 

 

 

 

L'assessore Fausto Orsomarso

Quali prospettive per i lavoratori del settore? Per i lidi è quasi certa l’eliminazione delle tasse sull’occupazione del suolo pubblico e del demanio per questa stagione. E per gli imprenditori c’è la misura “Lavora Calabria”: 80 milioni di euro per garantire il mantenimento occupazionale, con aiuti a fondo perduto. Però non tutti riescono ad accedervi: essendo un lavoro stagionale, molti contratti partono solo a ridosso dell’estate. «Noi come cooperativa non abbiamo ricevuto un euro – dichiara Elio, uno dei gestori del Valentino Beach Club, a Catanzaro Lido – e siccome il finanziamento agevolato in banca ancora non arriva, abbiamo anticipato tutto di tasca nostra. 6mila euro solo per rispettare le nuove norme». 


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