Dottoressa uccisa nel Reggino, le reazioni della politica e dei sindacati

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  18 novembre 2023 19:13

“Il barbaro assassinio della collega dr.ssa Francesca Romeo e il ferimento del marito, il collega dr.Antonio Napoli, ci lascia attoniti e sbalorditi. Uccidere un Medico, alla fine del suo turno di lavoro di Guardia medica in un paese dell'interno della Provincia di Reggio Calabria, in un agguato con modalita di 'ndrangheta,vuol dire  che questa terra, abbandonata dallo Stato, usata e sfruttata come una colonia d'oltre mare, non ha, più, futuro”. Lo scrive su Facebook lo scrittore Santo Gioffrè, medico e concittadino della vittima che era di Seminara (RC). “Conoscevo molto bene Francesca, - continua l’autore di “Artemisia Sanchez” - la sua umanità, la sua alta professionalità e discrezione. Con Antonio, medico serio e preparato, lavoriamo nello stesso plesso. Mi piange il cuore. No, non c'è nessuna speranza. Spremeteci come volete. Finché non moriremo tutti”.

 "È una morte violenta forse inaspettata. Ma su questo faranno sicuramente luce gli inquirenti . Si rimane però attoniti per questa violenza senza senso verso un medico la dr.ssa Francesca Romeo che ritornava da una guardia medica a Santa Cristina d’Aspromonte dove svolgeva il suo servizio con bontà, etica e professionalità.  Ma purtroppo mani assassine si sono accanite con una violenza barbara martoriando il suo corpo. Alla sua famiglia va il mio cordoglio così come ai tanti medici che, al servizio delle persone, svolgono un servizio encomiabile e di prima assistenza sanitaria, molto spesso in condizioni difficili, anche nei posti più remoti con scarse misure di sicurezza".  Lo afferma il consigliere regionale Pietro Molinaro. 

“Rientrava dal lavoro Francesca Romeo, la dottoressa prossima alla pensione, dopo il turno di notte. Era in compagnia del marito che era rimasto con lei sul posto di lavoro durante il turno,  così riportano le notizie di cronaca ed è stata colpita a morte in un agguato sulla strada di casa. 
È un fatto sconvolgente sul quale non possiamo non esprimere tutto il nostro orrore che potrebbe aggravarsi qualora si dovesse accertare che il movente dovesse ricondursi a ragioni professionali. Le postazioni di Guardia medica, così come i pronto soccorso sono la trincea  più esposta e più a rischio per i professionisti che prestano  cure immediate a chi ha un  bisogno di salute. Altre volte, in altri luoghi, proprio le donne in servizio presso le postazioni di guardia medica hanno subito intimidazioni e tentativi di violenza ed è emersa in quei casi la necessità che dovessero essere diversamente organizzate  le postazioni dei servizi di continuità assistenziale che risultavano isolate e a rischio. Le indagini, speriamo in tempi bravi, dovranno dare risposte ai tanti interrogativi che spiegheranno perché è accaduto un delitto così efferato. Oggi sappiamo solo che una professionista dedita alla cura delle persone, rientrando a casa dal lavoro è stata vittima di un tragico agguato. Se le ragioni di tanta violenza dovessero ricondursi al lavoro svolto dalla dottoressa,  oltre che l'ennesima morte per il  lavoro,  questa si andrebbe a sommare ai gravi rischi di un professionista della salute che in questa terra possono raggiungere conseguenze estreme. Esprimiamo il nostro profondo cordoglio alla famiglia e a tutti i colleghi della dottoressa per la gravissima perdita avvenuta per mano criminale”. Lo hanno affermato Alessandra Baldari, segretaria generale Fp Cgil Calabria, e Angelo Sposato, segretario generale Cgil Calabria

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