Dove mandare i nostri figli a scuola: genitori tra libertà e necessità

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VIRGINIA KALADICH presidente nazionale FIDAE

Focus nel pianeta della paritaria in Calabria. Le risposte alle famiglie che incassano l’ok del Governo al Family act

  17 giugno 2020 12:19

di GIOVANNA BERGANTIN

Abbiamo vissuto per mesi un’esperienza che ha cambiato i ritmi della nostra vita e ci ha fatto riflettere molto. E’ ancora presto per capire le conseguenze che tutto ciò avrà su di noi, ma soprattutto sui nostri bambini e sui ragazzi che hanno trascorso gran parte del loro tempo a suon di “click”, in rete. La socialità consegnata alle chat, alle lezioni per videochiamata, ai “condividi”, alla potenza della linea che fa le bizze con improvvise interruzioni. Questo è stato il mondo sospeso dei nostri giovani e dei nostri piccolini. Preclusi i contatti sociali, la normalità ancora non c’è. E adesso, dopo la prudenziale segregazione casalinga, finito l’impegno scolastico, i nostri bambini aspettano di divertirsi all’aria aperta, di correre nei parchi e giocare all’oratorio. Tocca ancora ai genitori, snervati da mille nuovi problemi emergenziali, la responsabilità di scegliere per loro dando nuove sicurezze, preservandoli da ulteriori cambiamenti e da un futuro alquanto incerto. Soprattutto per i piccolissimi. E se ci è ancora impossibile capire le conseguenze di tutto ciò che hanno vissuto, è però possibile raccogliere le preoccupazioni, le richieste dei genitori e l’offerta delle scuole paritarie che, soprattutto nella prima infanzia, costituiscono una parte significativa del sistema scolastico nazionale. Se le risorse pubbliche destinate a questo pezzo dell’istruzione siano poche oppure no è una questione molto discussa e il discorso si farebbe lungo, ma in questo momento di emergenza, soprattutto per i genitori di piccolini e con settembre alle porte, bisogna prenderlo in considerazione per badare alla sostanza.

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Sappiamo che nel decreto Rilancio si sono trovati ,“a compensazione delle rette non versate durante i mesi di chiusura delle scuole a causa dell’epidemia da Covid-19, 70 milioni di euro per le scuole paritarie primarie e secondarie e 65 milioni per i servizi educativi e per le scuole dell’infanzia.” – si legge in un comunicato Ministeriale- Per queste ultime, l’assegnazione delle risorse ha tenuto conto dell’importante e insostituibile ruolo sussidiario che esercitano per i bambini della fascia 0-6 anni e per le loro famiglie”. A questi si aggiungano i 15 milioni di incremento del Fondo nazionale per il Sistema integrato di educazione e di istruzione, che porta il totale dei contributi per i servizi tra 0 e 6 anni a 80 milioni di euro. In totale, per le scuole paritarie, dall’infanzia alla secondaria di secondo grado (fino ai 16 anni), sono previsti stanziamenti per 150 milioni di euro. Un iter, però, che deve essere ancora completato.

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Soffermiamoci sulle paritarie cattoliche, che fanno una gran percentuale sul totale, soprattutto nell’infanzia e nella primaria. Queste Scuole, nate prima delle statali nel nostro Paese, come sappiamo, si presentano con un curriculum di tutto rispetto e sono accompagnate da una lunga storia e tradizione pedagogica nell’educazione/istruzione dei giovani e dei bambini, oltre ad essere quelle maggiormente presenti nei piccoli centri.

Prendiamo in esame le paritarie cattoliche FIDAE (Federazione Istituti di Attività Educativa), la prima, nata nel 1945, promossa dal Vaticano e riconosciuta dalla CEI, associa primarie e secondarie dipendenti o riconosciute dall’Autorità Ecclesiastica. In Calabria la FIDAE raggruppa un buon numero di scuole cattoliche con vari Enti Gestori e dal 2019 la presidente, suor Ausilia Chiellino, con il suo Consiglio, sta dando un impulso significativo nella ricollocazione  della presenza di queste istituzioni nel tessuto sociale e culturale del territorio calabrese, con segni di rinascita, asserisce la Presidente Nazionale FIDAE Virginia Kaladich, durante un cordiale colloquio telefonico con LA NUOVA CALABRIA. “La FIDAE si sta impegnando a raggiungere la Scuola che sta più in periferia, per supportarla e accompagnarla. Di solito non parlo di scuole, ma di persone che abitano queste scuole, che garantiscono non solo la libertà di scelta alle famiglie, con servizi, storia e tradizione di mission cattolica, ma, si intende, anche un mondo fatto di dipendenti, numeri alti di lavoratori che potrebbero saltare”, dichiara la presidente Kaladich e chiarisce in merito agli interventi del decreto Rilancio “Abbiamo presentato degli emendamenti e sono in discussione. Attendiamo l’iter definitivo del decreto legge per i risultati. Durante un incontro col ministro Gualtieri abbiamo espresso apprezzamento per la presenza delle scuole paritarie, anche da sei anni in su. Oltre a  ringraziare di questa apertura, però abbiamo evidenziato la necessità di riguardare in maniera più completa anche i 7 emendamenti che abbiamo presentato” Segni positivi sì, ma ancora non sufficienti, con la 62/2000  ferma al palo, secondo la Kaladich, rappresentante di un gruppo sostanzioso di scuole cattoliche paritarie. E lo Stato che riconosce il Sistema pubblico integrato, fatto di scuole paritarie e pubbliche, dovrebbe interrogarsi. Insomma, cosa vuol dire, rimarca la presidente Kaladich. “Dopo la legge 62 abbiamo tanti adempimenti, ma agli oneri seguono gli onori e nella situazione emergenziale di oggi, si sono evidenziati ancor più di prima. Come un maggiore sostegno per la disabilità. Uno degli emendamenti proposti va in questa direzione. – ricorda la Kaladich – Abbiamo chiesto di prevedere almeno 10 mila euro per alunno. Al primo e secondo grado delle paritarie non è riconosciuto alcun intervento, a discapito dei ragazzi e delle famiglie”. Senza dimenticare, conclude Virginia Kaladich “Che abbiamo continuato a lavorare con dei documenti in uscita a fine mese, validi per la scuola tutta” Certamente per attuare lo slogan “#iovogliofarescuola” fatto proprio da FIDAE. Per il resto vedremo come andrà a finire.                                       

“Le Scuole paritarie cattoliche svolgono un servizio pubblico  e garantiscono il diritto di scelta educativa nella piattaforma dell’offerta scolastica – afferma Milena Pirrello rappresentante dell’Associazione Genitori Scuole Cattoliche (AGESC), parte genitoriale della Federazione Scuole Cattoliche, con due figli nella primaria dell’Istituto Maria Ausiliatrice di Reggio Calabria – Nel lockdown la scuola si è organizzata egregiamente, i bambini hanno seguito fino al 9 giugno in DaD. La didattica a distanza è stata uno strumento utile per mantenere i contatti con la maestra ed i compagni. Adesso ci auguriamo un settembre a scuola in sicurezza, nella speranza che si pensi ad una vera parificazione tra statale e servizio pubblico reso dalle paritarie che assolvono un compito importante. Qualche preoccupazione, da genitore, la rilevo  nell’ abituare i bambini ai nuovi comportamenti”. Se gli Alunni dovranno indossare le mascherine e seguire dei protocolli specifici per tutto il giorno, allora sarà veramente un bel problema.

MILENA PIRRELLO , Rappresentante AGESC (ASSOCIAZIONE GENITORI SCUOLE CATTOLICHE)

“Sono trascorsi 20 anni dalla promulgazione della Legge 62/2000 che ha istituito il  Servizio Nazionale d’Istruzione costituito dalla Scuola Pubblica statale e paritaria, almeno sulla carta, ma ancora oggi  le famiglie non sono libere di scegliere ed è sempre viva e accesa la contrapposizione, prevalentemente ideologica e corporativa, tra scuole paritarie e statali” rappresenta Erminia Scalercio, presidente della Snaily, con una grande struttura paritaria di eccellenza per nido, infanzia e primaria a Montalto, Cosenza “Tuttavia non si può non tenere conto di quella fascia di popolazione pari all’11% che frequenta le scuole paritarie finanziate quasi totalmente dalle rette delle famiglie, così come il grande risparmio che ha lo Stato che spende per costo effettivo studente il 40%  in meno. E’  indispensabile ripensare ad un costo standard di sostenibilità per tutti gli studenti  unitamente ad una rinnovata consapevolezza che lo Stato da solo non può rispondere a tutte le diverse esigenze educative, di istruzione e formazione di una società complessa come la nostra. La vera sfida per il futuro è il riconoscimento e la valorizzazione delle eccellenze, innalzando il livello e la qualità dei servizi a livello strutturale, organizzativo, progettuale, di sicurezza e di formazione culturale e professionale di tutti gli attori coinvolti. Restano alcune questioni dice la Scalercio: “ che i criteri di ripartizione dei fondi purtroppo mettono sulla stessa linea le scuole di eccellenza e non; che spesso la quantità degli iscritti non corrisponde alla qualità del servizio” con tante altre questioni più tecniche nel rapporto numeri alunni/fondi, non sempre così chiare.

Fermiamoci alla paritaria di primo grado dove si registra una presenza appena del 2,57% su tutto il territorio regionale, con 391 alunni.

“Per ora stiamo svolgendo gli esami, seguiti dai nostri animatori digitali. Gli Alunni  completeranno le certificazioni linguistiche e tecnologiche perché la scuola ha una proposta educativa bilingue -  dichiara Stefania Barrese, titolare della Scuola paritaria “R. Misasi” di Cosenza, sei classi e due sezioni del primo grado con servizi di mensa, studio assistito pomeridiano e scuolabus. “Stiamo organizzando come ottimizzare il rientro. Nelle classi gli alunni sono già in numero contenuto, adesso abbiamo pensato a sanificare gli ambienti, con banchi monoposto, segnaletica e ad adottare i dispositivi di sicurezza richiesti. Offriamo un servizio a famiglie di professionisti, perciò l’accoglienza parte dalle 7.30 della mattina. Per il prossimo anno scolastico si prevedono turnazioni per la mensa e il trasporto col pulmino che farà più corse in andata e ritorno. A mancare sarà la convivialità: lo studio assistito si svolgerà per piccoli gruppi con tutor e per l’intervallo la merenda verrà distribuita in classe dal personale ATA. Stiamo constatando un rinnovato interesse da parte delle famiglie che richiedono informazioni per ulteriori iscrizioni. Anche se le iscrizioni, ovviamente, le abbiamo già. La retta non subirà aumenti”. Una difficoltà da segnalare, dice la Barrese, è che nella scuola paritaria di primo grado non è previsto alcun aiuto per i ragazzi disabili e l’onere dell’insegnante di sostegno è a carico della scuola. In aiuto arriva l’ok del Consiglio dei Ministri al Family act, il disegno di legge delega promosso dalla ministra della Famiglia Elena Bonetti. Un pacchetto di misure che include l’assegno unico o universale mensile, uno per ogni figlio fino alla maggiore età (ma senza limiti d’età per i disabili). “Per serietà attendiamo di leggere atti ufficiali, ma il primo, importante passo verso la nostra proposta di assegno X figlio è stata fatta. – dichiara prudenzialmente Gigi De Palo, presidente nazionale del Forum delle associazioni familiari, una confederazione che riunisce 582 associazioni grandi e piccole di tutta Italia - Quanto varato dal Governo è solo il primo tassello per l’istituzione vera e propria dell’assegno universale che il Forum delle Associazioni Familiari ha lanciato in Italia e sostiene da anni. Adesso chiediamo a maggioranza e opposizione di velocizzare l’iter: le famiglie hanno bisogno di risposte concrete. L’assegno va inserito nella prossima legge di bilancio, come chiede anche l’Europa. Noi seguiremo gli sviluppi dell’iter legislativo per ottenere un risultato che rappresenta il bene comune dei nuclei familiari italiani”. Tra l’altro, il decreto prevede contributi alle Famiglie per le rette degli asili nido, dei micronidi, delle sezioni primavera e delle scuole dell’infanzia e supporto a casa per le famiglie con bambini al di sotto dei 6 anni per le spese dei libri e delle gite scolastiche, sport, corsi di lingua, arte, musica. Previsti aiuti per minori affetti da patologie fisiche e anche per quelli con DSA. Inoltre, si parla di congedo parentale e di incentivi e armonizzazione dei tempi del lavoro femminile. La preoccupazione è che i tempi di attuazione – legati alle risorse – si allunghino troppo lasciando le famiglie da sole a districarsi nelle complessità della quotidianità genitoriale

 

CLAUDIO SANDRO VENDITTI -FORUM ASSOCIAZIONI FAMILIARI CALABRIA

“I bambini esprimono il desiderio di tornare in classe e le famiglie sono con loro – dichiara Claudio Sandro Venditti, presidente del Forum Associazioni familiari della Calabria- Le scuole paritarie, come previsto per legge, garantiscono la libertà di scelta nel quadro del pluralismo scolastico,ispirato ai principi della Costituzione nazionale e al diritto europeo. Danno la possibilità di attuare il diritto-dovere di scelta nel tipo di istruzione da impartire ai figli.” Queste Istituzioni, specialmente quelle della prima infanzia che accolgono i bimbi fino a 6 anni, sono molto importanti anche in funzione della duttilità degli orari. – premette il presidente Forum della Calabria - I genitori vanno al lavoro e queste scuole offrono un servizio sociale, essenziale per chi si trova a dover conciliare tempo e lavoro. Come Forum  - conclude Venditti- auspichiamo  che alle famiglie sia riconosciuto qualche aiuto. Anche, magari, la detrazione delle rette. Ci aspettiamo dei finanziamenti ad hoc per le paritarie che facciano i lavori di adeguamento strutturale e ci auguriamo che si riparta in ambienti di massima sicurezza  per i bambini.  So che in Calabria molte sono le scuole che hanno avviato i lavori, ad esempio, a Catanzaro, il Bambinello Gesù gestita dai Frati Minimi di Santa Croce”.

E il Sindacato riconosce ” Si, la realtà delle scuole paritarie in Calabria è molto particolare rispetto al resto del paese. Al di là dei numeri,  quello delle paritarie è un settore tutto da "scoprire". – dichiara Mimmo Denaro della Flc Cgil - Molto forte è la presenza di strutture che suppliscono all'assenza dei servizi statali per il segmento"0-6", mentre è in linea con le altre regioni la distribuzione negli altri ordini di scuola. Il sindacato è praticamente assente nella stragrande maggioranza dei casi. I pochi accordi che si sono chiusi per le richieste di cassa integrazione ne sono la prova evidente. Sappiamo che molte strutture rischiano di chiudere, per queste ragioni, a livello nazionale, abbiamo chiesto un intervento in termini di investimenti al fine di salvaguardare i posti di lavoro. - Conclude il sindacalista- Naturalmente tutto ciò non ha nulla a che vedere con il dibattito sulla parità scolastica, che per noi, da questo punto di vista vale ciò che è sancito dalla Costituzione. Certo, il family act va in questa direzione”. Del resto, in una Nazione, demograficamente, di persone anziane,  con sempre meno bambini, da un lato si riconosce la necessità di avere più nascite, ma dall’altro si fa poco per rimuoverne le cause, facendo orecchie da mercante al grido delle famiglie.

 

 

 

 

 

 

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