"Ha vinto la violenza di alcune piazze, ma soprattutto ha vinto l’appartenenza politica. Scegliete le regioni che devono sopravvivere e quelle che devono soccombere in base a chi le governa".
06 novembre 2020 17:19L'intervento dell'onorevole Wanda Ferro alla Camera di Deputati, nel dibattito sull'ultimo Dpcm.
Signor ministro avevamo il timore che il governo della Nazione fosse stato delegato ad un comitato di consulenti ed esperti di varia natura con potere di vita o di morte sulle libertà dei cittadini e sul destino delle attività economiche. Oggi dopo averla ascoltata scopriamo di essere governati da un algoritmo. Una politica che non vuole assumersi responsabilità e non vuole dover rendere conto ai cittadini dalle proprie decisioni affida la sorte di interi territori ad un foglio di calcolo, aggiunge e toglie numeri fino ad ottenere il risultato desiderato, per poi dare la colpa ai numeri.
Comprimete le libertà fondamentali dei cittadini, la libertà di movimento, la libertà di impresa, applicando un algoritmo su numeri imprecisi, vecchi di settimane, senza alcuna trasparenza sul reale fondamento scientifico di queste previsioni. Soprattutto senza pensare ad alcuna soluzione alternativa alle chiusure. Forse avete giocato con i pennarelli, come gli alunni sui banchi a rotelle. Avete dimostrato di essere cinici, superficiali, inadeguati. Non avete idea dei problemi reali del Paese, siete rimasti nello sfarzo di villa Pamphili lontani anni luce dalle necessità della gente.
Ci sono regioni che sul tavolo del vostro Risiko sono finite sotto attacco. E le zone rosse sono tutte regioni governate dal centrodestra. Il Piemonte, la Lombardia, la Calabria in cui la diffusione del contagio è assolutamente marginale. La Sicilia in zona arancione. Questo algoritmo ha la precisione di un cecchino. I vostri governatori sono stati infatti miracolosamente risparmiati: gli esempi della Campania e del Lazio sono la dimostrazione plateale della vostra volontà di adattare i numeri alla politica.
Con spietato cinismo state tentando di scaricare sulle regioni le responsabilità del dramma del covid. Come in Calabria dove state tentando di indirizzare la protesta verso un governo regionale in carica da pochi mesi e dove la è sanità commissariata da decenni, e in cui voi avete assunto da un anno e mezzo la completa gestione con un Decreto Calabria che avete avuto la faccia tosta di prorogare. Avete gestito voi la sanità in Calabria attraverso commissari a tutti i livelli e avete prodotto solo altro debito pubblico, il peggioramento dei Lea e avete lasciato il sistema sanitario del tutto impreparato ad affrontare la nuova ondata di contagi. Anche dal punto di vista infrastrutturale i commissari non hanno saputo realizzare più del 5 per cento del piano di riordino ospedaliero.
A marzo avete deciso il lockdown totale per tutta l’Italia. In Calabria non c’era neppure l’ombra del covid, sarebbe bastato chiudere i confini regionali per mettere al riparo la regione dalla diffusione dell’epidemia eppure non avete esitato a mettere in ginocchio senza motivo l’economia di per sé fragile della regione. Avete messo a rischio la tenuta del sistema sanitario regionale quando avete favorito l’esodo in una sola notte da nord a sud di migliaia di meridionali dalle zone rischio. Mancò poco che mandaste i carri armati in Calabria quando la governatrice Santelli autorizzò le consumazioni all’aperto, quasi fosse un provvedimento capace di sovvertire l’ordine democratico. Oggi dichiarate area rossa una regione in cui ci sono appena 200 ammalati e lasciate in area gialla regioni che ne hanno 10 volte tanto. Nelle ultime settimane la regione ha tenuto la curva epidemiologica sotto controllo, attualmente, i posti di area medica occupati sono il 16%, quelli di terapia intensiva raggiungono invece il 6%. La soglia che dovrebbe far scattare la chiusura è del 30%. Non riusciamo a comprendere le motivazioni su cui si basa la vostra ordinanza. Date la responsabilità ad un algoritmo anziché dichiarare le vostre di responsabilità, i vostri ritardi, le vostre inefficienze. Ritardi che sono il risultato di un commissariamento che ha prodotto solo disastri.
Già a marzo avevamo proposto di costruire un ospedale covid in Calabria, nello stabile dell’ex policlinico universitario e in accordo tra ateneo ed hub ospedalieri, ma il vostro commissario si è opposto in ogni modo. Oggi mancano degenze, mancano posti in terapia intensiva, manca il personale sanitario. Ma siete voi ad avere tagliato il personale, ridotto gli investimenti, pubblicato solo ad ottobre il bando per le terapia intensive. La sanità calabrese è stata distrutta da anni di commissariamento improntato soltanto a logiche ragionieristiche. Oggi fate pagare ai calabresi il prezzo della vostra incapacità. I governatori vi hanno chiesto gli strumenti per potere gestire l’emergenza, con la nomina a soggetto attuatore, ma lo avete negato. Il 13 settembre scorso Jole Santelli scrisse al presidente Conte, evidenziando la difficile attuazione del piano sull’emergenza covid predisposto dai commissari e varato dal suo ministero senza alcun coinvolgimento della Regione. Lo stesso commissario Arcuri ha specificato che nelle Regioni in cui è presente il commissariamento ad acta la Regione non è soggetto attuatore, e il governo si è assunto tutta le responsabilità della gestione sanitaria del Covid in Calabria, mentre la Regione è stata totalmente esautorata. Questa la verità, oggi decidete di mortificare i medici e il personale sanitario. Non avete pensato ad alcuna misura alternativa capace di scongiurare i gravi effetti economici di un nuovo lockdown. Non avete pensato a rafforzare l’assistenza domiciliare, a mettere in sicurezza gli anziani e le fasce fragili. Vi siete limitati a decidere le regioni “sacrificabili”, condannando a morte le attività economiche. Soffocate l’economia di una regione che ha il numero dei contagi tra i più bassi in Italia, solo perché non siete in grado di gestire un eventuale aumento dei ricoveri.
Approfittate ancora una volta della pazienza e della compostezza dei cittadini, state tentando di trasformarla in rassegnazione. State mettendo in ginocchio regioni oneste e laboriose perché le protesta civili non vi danno fastidio, non oscurano le vostre conferenze stampa e le vostre chiacchiere da talk show. Ha vinto la violenza di alcune piazze, ma soprattutto ha vinto l’appartenenza politica. Scegliete le regioni che devono sopravvivere e quelle che devono soccombere in base a chi le governa.
Salvate le regioni di centrosinistra, tentate di colorare di rosso quelle che non lo sono. L’unica area rossa che dovreste istituire è quella della vergogna sui vostri volti.
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