Dragone: "La bandiera della Calabria non poteva sventolare con la Serenissima e la Padania, grave il gesto della Loizzo"

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  19 giugno 2024 16:01

di SERGIO DRAGONE

Non conosco personalmente l’on. Simona Loizzo, deputata della Lega, cosentina e di professione medico. Chi la conosce la descrive come una persona seria, misurata e molto preparata professionalmente. Nulla di personale, quindi, in questa mia riflessione. Mi ha molto turbato, come calabrese, avere visto la bandiera con il gonfalone della mia Regione sventolata in segno di giubilo dai banchi della Lega – e con grande enfasi proprio dall’on. Loizzo -dopo l’approvazione del decreto Calderoli sull’autonomia differenziata.

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E’ un gesto a mio parere molto grave e non c’entra nulla la piena libertà della deputata cosentina di scegliere il partito che meglio crede e di votare come le suggerisce la sua coscienza.

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Il simbolo della Calabria non poteva e non doveva sventolare assieme a quelli della Serenissima, della Lega Lombarda, della Padania, perché la nostra è una storia millenaria di una terra che è stata la culla della civiltà occidentale.

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La domanda che mi pongo: il presidente della Regione Roberto Occhiuto era al corrente dell’iniziativa della Loizzo e aveva autorizzato l’uso della bandiera ufficiale della Calabria?

Se avesse riflettuto sul significato simbolico del gonfalone della Regione Calabria, l’on. Loizzo forse ci avrebbe pensato due volte prima di esporlo in segno di giubilo per un provvedimento destinato a mettere in ginocchio proprio la nostra terra.

Nel nostro gonfalone sono presenti il pino laricio, il nostro simbolo naturalistico per eccellenza, il capitello dorico simboleggiante la civiltà della Magna Graecia, la croce bizantina e la croce potenziata che ricordano importanti epoche storiche. Tutti segni distintivi di una civiltà ultramillenaria che ha segnato la vita dell’Occidente, con i suoi filosofi e i suoi artisti, con i suoi medici e i suoi atleti.

L’on. Loizzo non deve ovviamente rendere conto a nessuno, se non ai suoi elettori, del suo voto favorevole all’autonomia. Quello che non doveva – e secondo me non poteva fare – è mostrare il simbolo di un’intera Regione per festeggiare un evento così drammatico e divisivo. Mi auguro che i vertici della Regione, il presidente Occhiuto e il presidente dell’assemblea Mancuso, rivolgano quanto meno un segno di disapprovazione per un gesto simbolico che appare come una resa incondizionata allo strapotere padano.

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