di SERGIO DRAGONE
Ci voleva proprio un ingegnere, mischiando mestiere e cuore, a rimettere in sesto a tempo di record una casa, quella giallorossa, che ha seriamente rischiato di traballare sotto i colpi della slealtà. Si, perchè ormai credo non ci sia più nessuno che dubiti del fatto che il presidente Floriano Noto sia stato vittima di comportamenti sleali che stavano per compromettere il futuro del club. Nei giorni successivi al triplice (e immotivato) abbandono della triade Vivarini-Magalini-Foresti si erano aperti scenari preoccupanti, al punto che sui social non pochi tifosi avevano parlato di smobilitazione, ridimensionamento, minacciando di non rinnovare gli abbonamenti. Alone di cupa preoccupazione che ha segnato anche la settimana prima dell’esordio in campionato contro il Sassuolo.
Il tempo (poco per la verità) è stato galantuomo. Non era per nulla facile ricostruire un meccanismo scientificamente danneggiato. La sensazione negativa si era acuita con la doppia cessione alla Cremonese di due giocatori molto importanti, come Fulignati e Vandeputte.
Floriano Noto, ritengo con il prezioso contributo dei fratelli Derio e Gino, non si è scoraggiato, non ha ceduto alla tentazione di mandare tutti al diavolo, ma ha invece afferrato con determinazione il timone. E lo ha fatto capire a tutti la sera della cerimonia del premio Ceravolo quando ha mandato un messaggio duro e inequivocabile a coloro che non hanno esitato a cestinare un contratto regolarmente firmato, incuranti anche dell’amore ricevuto da una tifoseria passionale e un po' ingenua.
Il presidente ha ricostruito il team, partendo dalle figure manageriali più importanti, completando l’opera con l’ingaggio di un allenatore molto serio, anche se non amatissimo (finora) dalla piazza.
Sono arrivati molti giocatori giovani, autentiche promesse, alcuni dotati di un forte talento che in Calabria potrebbe esplodere. Di Pagano, Compagnon, Turicchia sentiremo parlare molto in futuro.
Il Catanzaro c’è e la risposta ai botteghini nella campagna abbonamenti credo sia stata, al di là del fatto economico, un’iniezione di fiducia che Noto meritava. L’ottimo esordio contro una squadra indicata come favorita per la vittoria finale ha fatto il resto.
Cosa succederà ora? Nessuno può dirlo. Il Catanzaro guidato da Fabio Caserta è ancora un oggetto misterioso e sarà il campo a dire quale sarà la sua esatta dimensione. L’importante è che la casa giallorossa sia rimasta in piedi, solida e sicura. La passione è stata più forte della slealtà.
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