di SERGIO DRAGONE
Le polemiche sui tre giorni di ritardo nel completamento della riqualificazione dello stadio “Nicola Ceravolo”, comprensibili dal punto di vista degli ultras giallorossi un po' meno da quello della politica, sollecitano qualche riflessione sui ritardi che caratterizzano le opere pubbliche in Calabria e nella stessa Città di Catanzaro.
Riflessioni che riguardano anche il diverso impatto emotivo che tali ritardi hanno sull’opinione pubblica. Mi riferisco ad un’opera molto importante, anzi strategica per il futuro del Capoluogo, la metropolitana di superfice Centro-Lido-Germaneto, il cosiddetto “pendolo”, scaturito nel 2007 dalla geniale e rivoluzionaria intuizione di uno dei migliori ingegneri italiani, Giovanni Angotti, e sposato con entusiasmo da due politici di razza dell’epoca come il sindaco Rosario Olivo e il presidente della Regione Agazio Loiero. Un sistema di trasporti capace di trasformare realmente il volto della Città, riducendo a pochi minuti il tempo per raggiungere il centro da Lido e il Polo direzionale (Università e Cittadella Regionale) – e viceversa.
E’ vero che le due opere – “Ceravolo” e “Pendolo” – non possono essere minimamente paragonate tra loro, vista l’estrema complessità del sistema metropolitano, le sue obiettivi difficoltà tecniche, i suoi enormi costi. Non è obiettivamente la stessa cosa: un conto è stendere un manto erboso, un altro scavare gallerie.
Ma siamo pur sempre in presenza di un’opera progettata nel 2007, appaltata nel 2014, contrattualizzata nel 2015, consegnata alle imprese nel 2017 e che non sarà finita nemmeno a dicembre del 2023, poiché, stando ai documenti ufficiali della Regione, i soldi sono finiti e occorrerà trovarli non più tra i finanziamenti europei, bensì tra quelli nazionali.
Senza contare che i costi sono passati dai 40 milioni previsti nel 2007 all’atto della presentazione del progetto, ai 104 milioni dell’aggiudicazione della gara d’appalto nel 2017, ai 144 milioni attuali, a cui – se abbiamo letto bene – se ne aggiungeranno altri 14 milioni. Non si sa dunque come e quando il “pendolo” sarà completato e potrà entrare in esercizio, collegando rapidamente il centro a Lido e al Polo direzionale di Germaneto. Sappiamo solo che sono serviti finora 120 milioni in più dell’originaria previsione e che questi nemmeno sono bastati.
Una storia infinita, una telenovela che dura da ben sedici anni, un tempo incredibile che passa dall’ideazione alla realizzazione.
Ebbene, come mai l’ennesimo slittamento (sarà il terzo o il quarto) della data di conclusione dei lavori, annunciata per il 31 dicembre dal presidente della Regione Roberto Occhiuto, non ha suscitato la benché minima reazione nel Capoluogo? Nessuna associazione, nessun movimento politico, nemmeno il sindaco che pure avrebbe interesse alla realizzazione dell’opera, ha proferito parola, facendo passare per normale un piccolo ritardo di “appena” 9 anni dall’aggiudicazione. Non ho letto nemmeno un post critico di un semplice cittadino e ovviamente nessuna richiesta di dimissioni del presidente della Regione (che sarebbe stata obiettivamente eccessiva). Della serie: della metropolitana non gliene frega niente a nessuno!
Non ne faccio, ovviamente, una questione di colore politico. Lo stesso pomposo annuncio era stato fatto nel 2017 alla consegna del cantiere dall’allora presidente della Regione Mario Oliverio che aveva assicurato che l’opera sarebbe stata completata entro 639 giorni. Ne sono passati 2.190 di giorni e ancora non si intravede la luce in fondo al tunnel.
I lavori pubblici in Calabria sono dunque delle autentiche scommesse. Alla luce della vicenda surreale della metro di Catanzaro, il ritardo di tre giorni nella riqualificazione dello stadio “Nicola Ceravolo”, al netto dei disagi anche economici provocati alla società calcistica e della comprensibile delusione dei tifosi, mi appare quasi un esempio virtuoso difficilmente replicabile nella nostra terra. Ma occorre evitare le enfatizzazioni. E’ stato solo un normale appalto, sia pure importante, gestito in maniera corretta e ordinaria, non un miracolo come qualcuno ha voluto definirlo con eccessiva enfasi. L’Amministrazione comunale ha semplicemente fatto solo il suo dovere e già questo in Calabria è un miracolo. Quello che non è normale è che sono passati 16 anni dalla progettazione e ancora dei treni sfreccianti sui binari della metro di Catanzaro non si vede nemmeno l’ombra. Nel silenzio generale.
Testata giornalistica registrata presso il tribunale di Catanzaro n. 4 del Registro Stampa del 05/07/2019.
Direttore responsabile: Enzo Cosentino. Direttore editoriale: Stefania Papaleo.
Redazione centrale: Via Cardatori, 9 88100 Catanzaro (CZ).
LaNuovaCalabria | P.Iva 03698240797
Service Provider Aruba S.p.a.
Contattaci: redazione@lanuovacalabria.it
Tel. 0961 873736