Dragone: "Quando le notti in musica erano davvero magiche"

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  11 agosto 2025 09:09

di SERGIO DRAGONE

Un evento del genere oggi non potrebbe mai essere realizzato, da nessuno, nemmeno da un colosso come Live Nation Entertainment, e nemmeno città come Roma o Milano potrebbero permetterselo. Mettete assieme, nel giro di cinquanta giorni, i concerti di Pino Daniele, Gianna Nannini, PFM, Banco del Mutuo Soccorso, i Pooh, Eugenio Finardi, Ray Charles. E poi una girandola di eventi “minori” a piazza Brindisi, a Lido, scoperta come teatro all’aperto: dalla prosa con Mariano Rigillo e Luca De Filippo, dal balletto di Renato Greco al Gran Ballet de la Martinique. Tutto questo accadeva a Catanzaro nell’estate del 1981 sotto uno slogan (oggi si direbbe claim) semplice e emblematico: “Catanzaro…Nuova Scena”.

Per Catanzaro fu, in effetti, una svolta, culturale e politica. Fino ad allora la politica culturale era considerata di serie B, forse serie C, dalle Amministrazioni Comunali. Tanto che venivano destinate risorse irrisorie nei bilanci, privilegiando settori più tradizionali come i lavori pubblici. Un allora giovane assessore, appena trentottenne, il socialista Pino Guerriero, ebbe l’intuizione di rendere centrale la politica culturale in una città piuttosto sonnolenta. Non era un uomo di cultura, né aveva la pretesa di esserlo, ma era estremamente intelligente e soprattutto era capace di guardarsi intorno e magari imitare i modelli più interessanti. Erano gli anni delle Estati Romane inventate da Renato Nicolini, il vulcanico assessore alla cultura del Comune di Roma nelle giunte guidate da Carlo Giulio Argan e Luigi Petroselli. Gli anni dei grandi concerti nella Capitale, del cinema proiettato a Massenzio, al Circo Massimo e al Colosseo. Quello era il modello preso in prestito da Pino Guerriero.

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Perché non fare qualcosa del genere anche a Catanzaro? Ne discusse anche con me che mi occupavo di questioni culturali nella Federazione Socialista. Guerriero riuscì a strappare al sindaco dell’epoca, il grande Aldo Ferrara, personaggio un po' all’antica ma comunque aperto alle novità, un consistente spostamento di bilancio a favore della cultura. E così partì l’avventura di “Catanzaro…Nuova Scena” che coinvolse principalmente le figure professionali all’interno dell’assessorato alla pubblica istruzione. Ne ricordo quattro in particolare: Pino Ranieri, che era ed  è tutt’ora un cantante affermato (chi non ricorda la sua hit “Se non avessi lei”, finalista al Disco per l’estate); Alfonsina Trapasso, figlia del giornalista Egidio, che poi trasferirà questa esperienza nella sua agenzia Chronos; Corrado Rotundo, artista e grafico di valore; Tonino Dell’Apa, abile organizzatore.

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Esperienza indimenticabile che ho condiviso anche con un caro collega, Paolo Cannizzaro, all’epoca giornalista della Gazzetta del Sud e grande esperto di musica. Ricordo la sua emozione al concerto di esordio di Pino Daniele, con il palco montato verso la curva ovest, oggi “Massimo Capraro”. Ma Paolo mi stupì molto per la sua lungimiranza al concerto di una giovanissima e semisconosciuta Gianna Nannini, prevedendo per la ragazza di Siena una luminosissima carriera. Era una serata caldissima e la Nannini, scatenata nel suo controverso e malizioso “America”, sprizzava gocce di sudore da tutte le parti.

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E infine il concerto di Ray Charles del 19 agosto, iniziato quasi a mezzanotte perché il bus su cui viaggiavano l’orchestra e le famose ballerine “Supremes” si era bloccato sulla superstrada Lamezia-Catanzaro all’altezza di Marcellinara. Gli artisti arrivarono allo stadio Comunale, già gremito da ore, con i mezzi più disparati, perfino su un furgone mezzo scassato. A Cannizzaro, che stava percorrendo la stessa strada, toccò in sorte accompagnare fino allo stadio due bellissime “Supremes”. Ricordo ancora oggi, a distanza di tanti anni, Ray Charles bere un whisky prima di salire sul palco. Ad un metro da me. Ci fossero stati i telefonini avrei realizzato il più indimenticabile dei selfie.

In questi giorni, Piero Mascitti, che all’epoca aveva appena diciotto anni, ha aperto sui social una sorta di dibattito sulla qualità degli eventi musicali proposti quest’anno dall’Amministrazione comunale, facendo raffronti impietosi. Piero è sempre effervescente quando parla di musica perché non dimentica mai di essere stato, prima di diventare braccio destro di Mimmo Rotella, il “re delle discoteche”. Io penso che il paragone non sia minimamente possibile perché tante cose sono cambiate, le risorse destinate alla cultura e allo spettacolo sono diminuite, i cachet degli artisti più importanti sono diventati proibitivi. Certo è difficile paragonare anche lontanamente artisti come Carl Brave, che comunque reputo interessante, o come Serena Brancale, con i nomi che formavano il grande cartellone del 1981. Che resta irripetibile, emblema di una città sicuramente più felice di quella attuale.

 

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