Droga e corruzione in carcere, Capomolla: "Condotte allarmanti anche da esponenti della Polizia penitenziaria"

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images Droga e corruzione in carcere, Capomolla: "Condotte allarmanti anche da esponenti della Polizia penitenziaria"

  15 febbraio 2024 13:03

di ANTONIO ARGENTIERI PIUMA

“Condotte allarmanti avvenute all’interno dell’istituto penitenziario da parte di criminali ed esponenti della Polizia penitenziaria”.

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È quanto affermato questa mattina in conferenza stampa dal vicario della Procura della Repubblica di Catanzaro Vincenzo Capomolla affiancato dal commissario della Polizia penitenziaria Giuseppe Chiappetta, dal colonnello dei carabinieri Giuseppe Mazzullo e al tenente colonnello dei carabinieri, Roberto Di Costanzo.

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Due presunti sodalizi criminali, operanti all’interno della Casa Circondariale “Ugo Caridi” di Catanzaro – Siano, dediti, rispettivamente, allo spaccio di stupefacenti del tipo cocaina, hashish e marijuana all’interno del carcere, e all’introduzione, utilizzo e vendita di cellulari e sim card nel citato istituto penitenziario. I due sodalizi farebbero capo ai medesimi soggetti ritenuti, indiziariamente, promotori e organizzatori, con il coinvolgimento, sul piano indiziario, di detenuti, loro congiunti, un operante della Polizia Penitenziaria e un avvocato.

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Nella mattinata odierna, infatti nelle province di Catanzaro e Cosenza, nonché in altre località del territorio nazionale, i carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Catanzaro e il Nucleo Investigativo Centrale della Polizia Penitenziaria con il supporto dei militari della Legione Carabinieri Calabria, appartenenti ai comandi territorialmente competenti, e del personale dei Nuclei Investigativi Regionali del Corpo della Polizia Penitenziaria, hanno dato esecuzione all’ordinanza di misura cautelare emessa dal Gip del Tribunale di Catanzaro, su richiesta della Procura della Repubblica - Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro, nei confronti di 38 indagati, sulla base della ritenuta sussistenza di gravi indizi in ordine ai delitti, rispettivamente ipotizzati nei loro confronti, di associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, associazione per delinquere finalizzata alla corruzione e all’accesso indebito a dispositivi idonei alla comunicazione da parte di detenuti, concorso esterno in tali associazioni, nonché istigazione alla corruzione, corruzione anche con l’aggravante mafiosa, concorso esterno in associazione di tipo mafioso, procurata evasione, falso e truffa ai danni dello Stato.
In particolare, dei 38 indagati, 16 sono raggiunti dalla misura di custodia cautelare in carcere, 10 sono destinatari della misura degli arresti domiciliari, 5 sono destinatari della misura dell’obbligo di presentazione alla Pg e 7 della misura della sospensione dall’esercizio delle funzioni per un anno.

“Devo sottolineare l’importanza delle investigazioni dei carabinieri del reparto operativo di Catanzaro – ha aggiunto Capomolla - che hanno consentito di delineare la presenza di queste due organizzazioni criminali dedite allo spaccio di stupefacenti e apparecchi elettronici. Coinvolti diversi esponenti della polizia penitenziaria e la condotta è prevalentemente commissiva mendiate omissione. Coinvolti, agenti, assistenti, comandanti e direttori. Avere l’obbligo di impedire un evento e non farlo equivale secondo il codice penale a cagionare il reato. Aver omesso intenzionalmente una serie di vigilanze che hanno consentito che si realizzasse una condotta criminosa. Un esponente della polizia penitenziaria è ritenuto partecipe all’associazione, vi sono operanti concorrenti esterni e inoltre viene contestato anche un concorso esterno in associazione mafiosa che favoriva un’organizzazione criminale campana. Si tratta di due organizzazioni criminali locali e interregionali”.

Fondamentale il ruolo dei parenti fuori dal carcere e in particolare delle donne che supportavano l’attività. 

Accertate anche movimentazioni di denaro su carte prepagate per circa 35 e 12 mila mila euro che assicuravano condotte illecite ad alcuni esponenti delle organizzazioni che determinavo un apprezzabile profitto illecito.

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