Droga nel Soveratese, Moreno torna completamente libero

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Moreno Tortorelli
  30 luglio 2019 16:04

di STEFANIA PAPALEO

È tornato nel suo ristorante. Alla sua vita di sempre. Moreno Tortorelli si è riappropriato della sua totale libertà. Rimasto coinvolto nel maxi blitz scattato all'alba del 24 giugno a carico di una presunta organizzazione dedita al controllo dello spaccio di sostanze stupefacenti, il quarantacinquenne era finito dietro le sbarre del carcere di Siano per tre giorni, salvo uscirne al termine dell'interrogatorio davanti al gip, che gli aveva concesso la misura cautelare meno grave dell'obbligo di dimora. Provvedimento restrittivo annullato ieri dal Tribunale della Libertà (presidente: Giuseppe Valea; a latere: Antonella Galati e Gaia Sorentino), in accoglimento dell'istanza avanzata dall'avvocato difensore, Salvatore Staiano.

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È stato quest'ultimo, infatti, ad affiancare fin dall'inizio il ristoratore nella sua battaglia giudiziaria, contestando a gran voce la fondatezza di quelle accuse mosse contro Tortorelli dalla Dda di Catanzaro nell'ambito dell'indagine - nome in codice “Last generation” - che ha portato a 24 arresti e 12 fermi, per mano dei sostituti procuratori Debora Rizza, Vito Valerio e Veronica Calcagno, che avevano anche ottenuto un decreto di sequestro preventivo di beni per un valore di 500 mila euro, oltre a 10 mila euro in contanti.

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I magistrati, grazie al lavoro certosino dei carabinieri di tutte le stazioni dislocate nel soveratese, non avevano smesso di stare con il fiato sul collo dei presunti componenti l'organizzazione, che faceva riferimento al clan Gallace di Guardavalle, con diramazioni tra la zona di Nettuno e Milano, dopo un rinvenimento, avvenuto nel 2017, di droga apparentemente abbandonato nella periferia del soveratese. Da lì i primi appostamenti e l'individuazione dei diversi pusher che avrebbero operato senza scrupoli, avvalendosi anche di donne e minori e senza risparmiare minacce di ritorsioni contro i militari. Fino al blitz del 24 giugno, nel quale era rimasto coinvolto anche Tortorelli, per la presunta cessione di una dose a un operatore turistico di Catanzaro.

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Un'accusa marginale che il ristoratore di Soverato ha rigettato con determinazione, supportato dall'avvocato Staiano, che, dopo aver convinto i giudici dell'insussistenza di qualsiasi esigenza cautelare nei confronti del proprio assistito, è ora deciso a dimostrarne fino in fondo la completa estraneità all'attività di spaccio che figura al centro dell'inchiesta, non avendo mai avuto Tortorelli alcun interesse in comune con i presunti spacciatori caduti nella rete della Dda.

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