di GABRIELE RUBINO
Ha fatto scalpore la comunicazione dell'Aou 'Renato Dulbecco' sull'utilizzo delle divise e sulla fruizione delle pause lavorative rivolta ai sanitari di Pugliese-Ciaccio e Policlinico di Catanzaro. Dopo la ridda di polemiche (LEGGI QUI), è la stessa direzione sanitaria a dover tornare sui suoi passi, o meglio a precisare il contenuto della frase infelice contenuta nella missiva con un'ulteriore lettera inviata oggi ai direttori medici di presidio e ai primari, che nelle ultime ore hanno raccolto una valanga di lamentele degli operatori sanitari.
L'affermazione da censura etica era la seguente: "Si sottolinea l'importanza di mantenere un abbigliamento e un comportamento dignitoso anche al di fuori dell'orario e quando non si indossa la divisa". Ebbene, per il direttore sanitario Domenico Perri va interpretata così: "si intendono i tempi, all'interno delle strutture ospedaliere, pre inizio turno di servizio e post termine turno di servizio".
La precisazione odierna, sebbene in astratto più accettabile di quella precedente, si presta inevitabilmente a conseguenti domande. Forse ci sono stati casi di sanitari che prima o dopo il turno di lavoro abbiano indossato abiti o tenuto comportamenti non dignitosi all'interno dei presidi ospedalieri? E questi casi sono stati così eclatanti o numerosi da indurre la direzione sanitaria a fare un richiamo a migliaia di dipendenti? E, infine, con tutti i problemi della sanità catanzarese e calabrese, 'l'affaire divise' è una questione prioritaria?
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