"L’accorpamento dell’ex azienda sanitaria ospedaliera Pugliese – Ciaccio con l’ex Azienda Universitaria Mater Domini e la nascita della azienda Ospedaliera–Universitaria “Dulbecco”, sta diventando sempre più, non già quel motore di ripresa che tutti auspicavamo ed auspichiamo per l’intera sanità calabrese, ma piuttosto un coacervo di dinamiche opache che, piuttosto che fare in positivo, ci paiono destinate a quel “nulla eterno” che da anni fa della sanità calabrese una terra di saccheggio".
Questo è quanto sembra emergere dall’esame fatto in seno al coordinamento sanità della FPCGIL Area Vasta, in una recente riunione, dove il gruppo di lavoro ha posto l’accento sulla grave situazione di stallo decisionale del vertice aziendale in merito agli irrinunciabili passaggi di riorganizzazione delle strutture di diagnosi e cura, di contrattazione decentrata, di allineamento degli istituti contrattuali (sia di tipo giuridico che economico) di tutto il personale, di formazione universitaria dei tanti profili professionali sanitari carenti e di specializzazione.
"Da sempre, per come alle nostre innumerevoli prese di posizione pubblica in tal senso, CGIL FP di area vasta si è battuta per la realizzazione di questo ambizioso e importante progetto di fusione che prevede oltre 850 posti letto, una dotazione organica di oltre 2000 dipendenti a supporto di un’offerta di prestazioni sanitarie di elevato target assistenziale a tutta la popolazione regionale ed anche oltre.
Riteniamo che il governo regionale, con in testa il Presidente Occhiuto, non abbia ancora ben compreso quanto del futuro sanitario della regione sia strategicamente all’interno dei confini del progetto Dulbecco e come, attraverso di esso, passi obbligatoriamente il rilancio del sistema sanitario regionale.
In tal senso non si spiega, ad esempio, come e perché i vertici delle due più importanti aziende sanitarie della Calabria (Azienda Zero e Dulbecco) continuano ad essere affidate a dei Commissari Straordinari quando, invece , sarebbe necessario assicurare sin da subito una “governance” stabile e ben strutturata con la nomina dei Direttori Generali alla stregua di come si è già deciso per l’Azienda Sanitaria Territoriale di Cosenza e quella di Reggio Calabria. Tal guisa inoltre sembra riguardare tutto il territorio dell’area vasta, con un “abuso” del decreto Calabria da parte del governo regionale che è quello stesso decreto che in campagna elettorale e anche prima, aveva fatto gridare allo scandalo tutti i protagonisti dell’attuale governo calabrese.
La complessità dei problemi organizzativi esistenti richiedono con urgenza l’adozione di una serie di provvedimenti amministrativi e non, quali la definizione di un programma operativo e di un atto aziendale, che possano orientare efficacemente l’intero processo di riorganizzazione aziendale.
I tentennamenti o le strategie di palazzo del Presidente Occhiuto e dell’intero mondo accademico non sono più tollerabili, e rispetto a ciò, la CGIL FP di area vasta non intende farsi raccontare “la vita dagli occhi”. Ad onor del vero ci saremmo aspettati di più anche dall’opposizione che ha il mandato elettorale per esercitare il giusto potere di controllo e stimolo della maggioranza, a questo punto, come sigla sindacale, non intendiamo, a difesa del comprensorio e di tutti i cittadini calabresi, subire oltre.
Questo perché significherebbe assistere passivamente al fallimento di questo importante progetto da cui ne deriverebbero danni insostenibili per il futuro assistenziale dei cittadini calabresi e danni incalcolabili per il futuro professionale di tutti gli operatori sanitari, tecnici e amministrativi.
Chiediamo, pertanto, al Presidente Occhiuto, nella sua veste di Commissario Ad Acta, intanto di procedere con immediatezza alla nomina dei Direttori Generali di tutte le Aziende Sanitarie al fine di consentire, velocizzare e stabilizzare la capacità di riorganizzazione di tutti i processi decisionali aziendali.
In caso contrario non esiteremo a dichiarare lo stato di agitazione del personale ormai stanco di subire la rabbia degli utenti determinata dai ritardi e dal caos organizzativo quale vittima sacrificale posta davanti a un propileo di una acropoli di incompetenza politica giammai dismessa dalla regione".
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