Sta facendo discutere la scelta dell'Aou 'Renato Dulbecco' di affidare all'esterno l'incarico di responsabile del servizio di prevenzione e protezione (RSPP). O, più correttamente, di proseguire con l'incarico precedentemente affidato al professionista dall'ex Aou Mater Domini (e che era in scadenza il 21 febbraio).
Nella delibera si spiega che non si voleva interrompere la continuità del servizio e lo si procederà in questa direzione fino 'all'attuazione dell'atto aziendale'. Cosa desta perplessità fra alcuni dipendenti? Il fatto che ci sarebbero almeno due lavoratori interni in possesso dei requisiti richiesti per questa figura.
La disciplina è dettata dall'articolo 31 del Testo unico sulla sicurezza. In effetti, si precisa che il datore di lavoro (l'azienda Dulbecco) "organizza il servizio di prevenzione e protezione prioritariamente all'interno della azienda o della unità produttiva, o incarica persone o servizi esterni costituiti anche presso le associazioni dei datori di lavoro o gli organismi paritetici". La norma generale, quindi, indica la priorità per gli interni. In aggiunta, sempre l'articolo 31 (commi 6 e 7), nel caso di "strutture di ricovero e cura pubbliche e private con oltre 50 lavoratori" impone che il RSPP sia un'unità interna dell'azienda. Da qui la fibrillazione dei dipendenti.
L'incarico affidato al professionista esterno ha un costo per l'azienda di 31.500 euro, senza considerare l'IVA.
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