Edizione "fotocopia" della Giunta. Il patto del rattoppo del centrodestra catanzarese con lo spauracchio della seduta del Consiglio

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images Edizione "fotocopia" della Giunta. Il patto del rattoppo del centrodestra catanzarese con lo spauracchio della seduta del Consiglio

  07 febbraio 2020 20:42

di GABRIELE RUBINO

La maggioranza è la "vecchia", così come la Giunta di Catanzaro appena varata dal sindaco Sergio Abramo. Il diluvio mediatico per l'inchiesta delle commissioni lasciava intendere uno tsunami politico senza precedenti. Invece, il riassunto è: Celestino vicesindaco, il sindaco si tiene l'Urbanistica, Cardamone si accontenta di Cultura e Patrimonio e Danilo Russo perde Affari generali e contratti. In pratica quasi nulla di nuovo (LEGGI QUI). Più che un Abramo bis, la fotocopia del precedente. 

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Al termine di una girandola di voci durata una ventina di giorni le dimissioni sono arrivate da cinque consiglieri della minoranza. In quel frangente, era il 21 gennaio, Forza Italia stila un clamoroso documento di sfiducia al sindaco Abramo e minaccia di poter creare un vuoto al Comune con il passo indietro di dieci consiglieri e di cinque assessori. La minaccia, si è capito nelle ore successive, aveva scarsa consistenza, tanto che nella fase di incertezza in due (Levato e Celi) hanno abbandonato il gruppo forzista. Abramo prima avoca a sé le deleghe agli assessori di FI (Modestina Migliaccio Santacroce è l'unica che ha lasciato la barca municipale da sola) e poi, dopo qualche giorno, azzera tutta la Giunta. Allora c'erano i margini numerici per creare una maggioranza alternativa composta dal gruppo del sindaco, Catanzaro da Vivere e alcuni componenti del misto. Il braccio di ferro è durato per qualche giorno. Saltando l'interpartitica estesa ad altri partiti non presenti a Palazzo De Nobili (FdI, Udc e "formalmente" Lega), era chiaro che i conti dovevano essere risolti fra gli alleati che hanno vinto le elezioni nel 2017. Si sono visti, più volte, i big del centrodestra Abramo, Parente, Tallini e Esposito. L'intesa si era trovata pressoché subito. Il reciproco interesse ha prevalso sulle prove muscolari. E per evitare altri buchi (si pensi alla convivenza in Provincia e in Regione) si è scelto il patto del rattoppo. Un rimedio momentaneo più che una soluzione definitiva.

Forza Italia ha perso il vicesindaco (la Celestino è stata voluta da Abramo) e la delega all'Urbanistica pur salvando Cardamone. Potrà però battere cassa al momento del rinnovo dei vertici dell'Amc e della Catanzaro servizi. Il sindaco resta in sella ma di certo si ritrova con un gruppo "scontento" che è era pronto allo strappo ma si è poi ritrovato "smentito" per l'accordo che ha pressoché confermato i vecchi equilibri. La pattuglia del misto che avrebbe appoggiato la maggioranza senza gli azzurri (ad esempio: Merante, Triffiletti e Riccio) non solo è scontenta, ma arrabbiata. Merante aveva "strappato" la promessa della Presidenza del Consiglio, adesso si ritrova al punto di partenza. Questo sarà un problema politico per Abramo. I ritardi nella formalizzazione di una Giunta, già pronta da giorni, erano dovuti al fatto che Forza Italia doveva "cancellare" con un documento politico che archiviasse il precedente. Fino all'ultimo non sono mancate tensioni. E' arrivato solo oggi pomeriggio e nel giro di un'ora è nato il "nuovo" esecutivo. L'operazione di palazzo resta debole. E' una presa d'atto che, ad oggi, il centrodestra catanzarese non possa offrire nulla di meglio. Il vero banco di prova sarà comunque la prossima seduta del Consiglio comunale fra una decina di giorni. Gli eletti di Catanzaro, in un'assise municipale ferma da mesi, dovranno dimostrare di essere in grado di voler arrivare al 2022 per davvero. Dovranno fare i conti con le surroghe dei consiglieri uscenti e con la decadenza di Brutto. Un ritrovo non proprio leggero.

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