Elezione diretta di presidenti e consiglieri delle Province, alla Camera la proposta di legge della Lega

La proposta prevede il ritorno all'elezione diretta di presidenti e consiglieri provinciali e dei sindaci e consiglieri delle città metropolitane, oltre alle relative indennità. Il disegno di legge prevede un forte depotenziamento dei prefetti

di GABRIELE RUBINO

Elezione diretta per  presidenti e consiglieri provinciali, per sindaci e consiglieri delle città metropolitane e “soppressione” della figura del prefetto. È quanto prevede una proposta di legge targata Lega, depositata alla Camera dei deputati.

L'ELEZIONE DIRETTA PER PROVINCIA E CITTA' METROPOLITANE- Quanto all’intervento sugli enti intermedi, la relazione illustrativa del provvedimento ripercorre le tappe che hanno modificato l’assetto delle Province e in particolare la riforma Delrio e la successiva bocciatura del referendum costituzionale del 2016, che di fatto bloccò la prosecuzione della stessa lasciandole in mezzo al guado. Sia per le Province e sia per le città metropolitane il ritorno al voto diretto dei cittadini abbandonando quello indiretto affidato agli amministratori locali (a sindaci e consiglieri comunali) è quello “con il sistema previsto precedentemente per le elezioni provinciali dal testo unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali”. Il ministro per gli affari regionali e le autonomie, Roberto Calderoli, nelle prime uscite pubbliche si era già sbilanciato in questo senso. 

NON SOLO IL VOTO, ANCHE LE INDENNITA' - Oltre all’elezione, sono stabilite anche le indennità. Quella “spettante al presidente della provincia e al sindaco metropolitano – si legge nell’articolato - non può superare quella del sindaco del comune capoluogo della stessa provincia”. Mentre, i consiglieri avranno diritto a un gettone di presenza alle adunanze e alle commissioni. “In nessun caso l’ammontare mensile percepito da un consigliere può superare l’importo pari a un sesto dell’indennità massima prevista per il rispettivo presidente o sindaco metropolitano”.   

IL DEPOTENZIAMENTO DELLE PREFETTURE- Meno diretto è invece il “depotenziamento” dei prefetti per cui la legge contempla la delega al Governo. Una delega in cui comunque viene indicato il trasferimento delle competenze sull’ordine pubblico e sulla sicurezza territoriale proprio ai presidenti delle Province e ai questori. Nel nuovo disegno le prefetture si limiterebbero a coordinare, a livello sovra-provinciale, proprio le nuove attribuzioni alle questure. Nella relazione illustrativa viene motivato così l’intervento: “È innegabile che, avendo il prefetto facoltà di fornire un servizio di ordine pubblico con ampi poteri di discrezionalità, la leva, anche psicologica, dell’autorità dell’ordine pubblico può dimostrarsi un fattore determinante per condizionare politicamente le autorità locali. Conseguentemente, il prefetto è in netta contrapposizione con le esigenze di decentramento dello Stato a favore delle autonomie locali, che sono portatrici di interessi di natura diversa. Appare pertanto opportuno sopprimere la figura, attribuendone le funzioni ad altri organi, quali il presidente della provincia, eletto direttamente dal popolo, e il questore”.

CHI HA FIRMATO LA PROPOSTA DI LEGGE- La proposta di legge è firmata dai deputati leghisti Massimo Bitonci, Riccardo Molinari, Laura Cavandoli, Giorgia Andreuzza, Alberto Bagnai, Andrea Barabotti, Ingrid Bisa, Gianangelo Bof, Vanessa Cattoi, Domenico Furgiuele, Igor Iezzi, Massimiliano Panizzut, Erik Umberto Pretto, Edoardo Ziello, Gianpiero Zinzi.

Parallelamente anche in Senato risulta depositata una legge firmata da Marco Silvestroni e Gaetano Nastri (entrambi di Fratelli d'Italia) che non intervengono sui prefetti ma ripropongono l'elezione diretta per Province e Città metropolitane. 

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